NAPOLI – Una delegazione di Psichiatria Democratica si è recata nuovamente in visita all’Ospedale psichiatrico giudiziario (OPG) di Secondigliano – Napoli, per conoscere le condizioni dei reclusi e per informarsi, con i dirigenti e il personale della Polizia penitenziaria, ”sulla concretezza delle procedure in atto, di ordine sanitario e amministrativo, per rendere possibile la chiusura dello stesso Istituto nei tempi previsti dalla vigente legge in materia”. Le persone ancora ristrette nella struttura sono 95, di queste 78 provengono dalla Campania e dal Lazio

. ”A fronte di un registrato impegno da parte del personale tutto”, Psichiatria Democratica, rileva ”tuttora i gravi e ingiustificati ritardi nell’attuazione della legge di chiusura dell’OPG soprattutto a carico delle Regioni e delle ASL competenti”. ”Le Regioni, difatti, che avrebbero dovuto fungere da pungolo e coordinamento del processo di dismissione si muovono, talora, in un’ottica di tipo burocratico risultando, a tutt’oggi, per niente incisive nel rendere effettivo il pur dichiarato impegno circa la programmazione di attività per la realizzazione dei decreti attuativi della Legge Severino. Le Asl e i Dipartimenti di Salute Mentale poi – si aggiunge – sono in genere ancora assenti sul piano della elaborazione dei Progetti terapeutici individuali – strada maestra, sottolinea ancora una volta e con forza Psichiatria Democratica – indispensabili per consentire lo svuotamento del manicomio giudiziario di Secondigliano come dei rimanenti cinque nel Paese. La risposta prioritaria da dare – laddove risulti cessata la pericolosità sociale – resta unica e chiara: l’accompagnamento in strutture socio-sanitarie territoriali e pubbliche già esistenti, il rientro, ove possibile,presso le famiglie d’origine o con la propria libertà delle persone attualmente ristrette negli OPG”.

 

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