Momenti di tensione in piazza Montecitorio. Il sit-in di protesta dei docenti ‘inidonei’ e dei tecnici e amministrativi precari della scuola pubblica rischia di trasformarsi in tragedia: un’amministrativa precaria – separata e con figli a carico, da giugno senza stipendio – ha tentato di darsi fuoco, fortunatamente bloccata dai colleghi e dagli altri manifestanti presenti in piazza.

La donna  si chiama Virginia Taranto e arriva da Napoli. E’ un’amministrativa precaria, “29esima in graduatoria – spiega con rabbia – dovevo essere di ruolo gia’ da tre anni, invece rischio di perdere il mio lavoro”. “Lotto da anni ma non ne posso piu’ – dice – Ho avuto due ictus ma non chiedo l’invalidita’, chiedo il lavoro che mi spetta. Ho una figlia universitaria a cui provvedere, sola, e una madre di 87 anni. Sono precaria da 15 anni, lotto, continuo a lottare. Sono in terapia da due anni, ma ci sono momenti in cui davvero non ne posso piu’. Per questo volevo farla finita”. La donna racconta di essersi vista “passare davanti prima i collaboratori, per un gioco sporco dei sindacati. Ora i docenti inidonei, che a loro volta subirebbero una grande ingiustizia, di fatto dimensionati da un livello 7 a 4. Oltretutto – rimarca – si tratta di docenti con problemi di salute, dunque non potrebbero garantire continuita’ di servizio. Risultato? Saremmo chiamati a fare le sostituzioni, la beffa delle beffe. Questo e’ mobbing sociale”.

“E’ stato un attimo – racconta all’Adnkronos Anna Grazia Stammati, dell’esecutivo nazionale Cobas – nessuno di noi era a conoscenza del suo intento suicida. Ha tirato fuori una bottiglia di alcol pronta a darsi fuoco. E’ disperata”. Provvidenziale l’intervento dei colleghi per fermarla. “Subito dopo – spiega la sindacalista – ha avuto un malore ed e’ arrivata l’ambulanza per assisterla. La verita’ e’ che viviamo una situazione drammatica e il governo si mostra sordo alle nostre richieste”. Oggi i precari hanno avuto un incontro con il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza. “La giornata era iniziata bene ma ha rischiato di finire nel peggiore dei modi – spiega Stammati – Poi e’ arrivata la notizia che il cdm ha deciso di rinviare alcune decisioni a lunedi’, ma nessuno e’ venuto a informarci delle scelte assunte e cosi’ in piazza e’ prevalsa la disperazione”.


 

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