Nella giornata della supplica alla Madonna di Pompei il Cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe prega per la «famiglia fondata sull’amore indissolubile tra l’uomo e la donna, così come Dio ci ha comandato e Gesù Cristo ci ha insegnato». Una preghiera rafforzata perchè «l’Amore e il matrimonio» hanno «hanno nemici temibili: l’egoismo è il pericolo numero uno, è l’assassino dell’Amore perchè distrugge l’indissolubilità del matrimonio». In una Basilica pontificia gremita da migliaia di fedeli raccolti in preghiera, il cardinale Sepe, con accanto a lui l’arcivescovo prelato di Pompei, Tommaso Caputo, spiega anche che dire un «sì» è facile; ripeterlo per tutta la vita è più difficile». Sepe ha Il cardinale di Napoli ha parlato di «amore tra i coniugi» e ha poi rivolto un particolare saluto alle decine di migliaia di fedeli che già da ieri sera si sono assiepati sul sagrato dalla serata di ieri, meditando e Zantando. A loro si sono poi unite le centinaia di persone giunte a piedi da Pignataro Maggiore (Caserta), in un pellegrinaggio di 90 chilometri per una tradizionale devozione che lega la città alla Madonna di Pompei. «In questa Casa di Maria – ha raccontato Sepe – ho vissuto momenti indimenticabili di grazia per la mia vocazione sacerdotale e per il mio ministero sacerdotale ed episcopale». Infine Sepe ha ribadito il concetto di indissolubilità del vincolo matrimoniale: «L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto», ha ribadito ripetendo le parole del Vangelo e, citando il Concilio, ha aggiunto che «il matrimonio è intima comunione di vita e di amore per cui i coniugi si danno e si ricevono. E, pertanto, nessuna autorità civile o ecclesiastica potrà mai sciogliere». Poi il presule ha affrontato i temi sociali del lavoro e dell’indigenza, invitando i fedeli a pregare per i «disoccupati, che attendono un impiego, per gli ammalati, che attendono una visita, per gli ignudi che attendono un vestito, per i senza tetto e gli emigranti, che chiedono un rifugio dove abitare, per i poveri che chiedono di sfamarsi. Tutti gli umili e ‘gli scarti’ su cui Papa Francesco chiede a tutto il mondo e ai potenti di rivolgere attenzione e cura». «Ascolta l’urlo di dolore di questi nostri fratelli e non venga mai meno il senso di responsabilità di noi tutti verso di loro, consapevoli che solo la carità verso i fratelli e sorelle più poveri potrà contribuire alla crescita umana e spirituale delle nostre comunità» ha invocato. Quindi un’invocazione alla Vergine per «la protezione dei giovani che, non trovando nelle proprie famiglie una adeguata formazione, si lasciano irretire dalle organizzazioni malavitose che distruggono la loro giovinezza: Fa’, Beata Vergine del Rosario, che quanti sono preposti a realizzare il bene di tutti, sappiano offrire ai giovani lavoro, sicurezza e dignità».

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