In alcuni Comuni che si trovano nella così detta area della Terra dei Fuochi si registrano ”differenze statisticamente significative” e ”mortalità in eccesso” per tumore rispetto al resto d’Italia e della Campania. Questo il dato che emerge dallo studio presentato oggi all’Istituto dei tumori di Napoli ‘Pascale’ ma, avvertono gli stessi ricercatori, sarebbe ”utile uno studio specifico” in grado di stabilire connessioni precise tra alterazioni biomolecolari, esposizione a sostanze tossiche e stile di vita nei singoli tumori.

Dalla ricerca, comunque, si evince che per quanto riguarda il tumore al polmone – rispetto ai tassi di mortalità standard del resto del Paese – le aree in cui si registra un’incidenza maggiore sono Afragola con il 49 per cento, Orta di Atella con il 47, Caivano con il 43, Giugliano in Campania con il 27, Santa Maria Capua Vetere con il 24, Arzano con il 23 e Quarto con il 18. Sul fronte del cancro al colon retto le zone più colpite sono Casalnuovo con il 60 per cento, Santa Maria a Vico con il 53, Afragola con il 30 e Qualiano con il 15 per cento.

La ricerca è stata realizzata utilizzando i dati di mortalità comunali Istat dei 57 Comuni individuati dalle legge 6, ex decreto Terra dei fuochi. I dati sono stati suddivisi per causa di morte, età, sesso e comune di residenza e si riferiscono all’intervallo temporale compreso tra il 2000 e il 2008. ”Questi risultati – ha spiegato Maurizio Montella, epidemiologo del Pascale – non risultano esaustivi e non permettono di trarre conclusioni, ma mostrano che in questi comuni c’è una divergenza rispetto al resto d’Italia e della Campania nel valutare la proporzione di morti per tumore”. Secondo i ricercatori del Pascale, per comprendere quanto stia avvenendo nella Terra dei fuochi, sarebbe ”utile uno studio specifico” in grado di stabilire connessioni precise tra alterazioni bio molecolari, esposizione a sostanze tossiche e stile di vita nei singoli tumori.

”Il dovere della comunità scientifica – ha affermato Tonino Pedicini, direttore generale del Pascale – è dire la verità e, pertanto, dobbiamo dire che in quelle aree senza ombra di dubbio c’è un aumento della mortalità per cancro”. Da Pedicini, un invito alle istituzioni affinché vi sia ”un risveglio della sensibilità istituzionale. Chi oggi è in possesso di banche dati adeguate le metta a disposizione della comunità scientifica”

 

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