Continuano gli eventi critici che coinvolgono le carceri campane. Le ultime notizie, dopo la rocambolesca evasione di Poggioreale, giungono dalla Casa Circondariale di Avellino dove, negli ultimi giorni, si sono susseguiti due gravi episodi, uno in danno di poliziotti penitenziari, i quali, dopo aver scoperto un detenuto a parlare al telefono cellulare, sono stati dallo stesso aggrediti tanto da dover far ricorso alle cure mediche vedendosi assegnati diversi giorni di prognosi. Il secondo episodio, è accaduto all’atto dell’apertura delle celle, alcuni detenuti di origine italiana, si sono prepotentemente introdotti in una cella occupata da altri detenuti di nazionalità estera e li hanno violentemente malmenati, tanto che uno dei due detenuti vittima della feroce aggressione, da quanto si è saputo, sembra essere in coma farmacologico. In merito a questi ultimi eventi, il Segretario Generale del Sindacato S.PP. Aldo Di Giacomo afferma: “Abbiamo denunciato la grave situazione delle carceri Campane ormai da tempo, strutture che per diversa natura sono ormai fuori da ogni controllo di legalità, la situazione è drammatica un po’ ovunque, ma la Campania, anche in virtù della popolazione detenuta presente e della diffusa criminalità organizzata presente su tutto il territorio regionale, è una realtà che andrebbe gestita in maniera totalmente differente da come invece avviene. In Campania come nella stragrande maggioranza delle strutture penitenziarie del paese lo Stato ha perso il controllo. Uno Stato che possa definirsi tale, non può e non deve accettare di non avere il controllo delle sue strutture, in questo caso delle carceri, permettendo ai mafiosi ed ai camorristi di continuare a comandare e gestire le organizzazioni criminali dall’interno delle carceri che invece dovrebbero essere luoghi atti a garantire l’isolamento dalla società di pericolosi criminali, invece, nella realtà, non solo permettono ai ‘boss’ di continuare a comandare ma garantiscono ad essi anche di farlo senza il pericolo di essere ammazzati da qualche rivale. Il sistema carceri Italiano dimostra il totale fallimento del mondo della politica che dimenticando di amministrare un paese che vede la presenza storica di organizzazioni criminali efferate (Mafia, ‘Ndranghera, Camorra, Sacra Corona Unita ed oggi le mafie dell’est Europa e la feroce mafia nigeriana), contrariamente ad ogni logica di tutela per la sicurezza del paese e dei suoi cittadini, credendo di essere ad Oslo, si è inventata la cosiddetta ‘vigilanza dinamica’, che ha consegnato in maniera definitiva il controllo delle carceri alla criminalità organizzata. Ciò che ci indigna – continua Di Giacomo – è la testarda volontà ideologica di portare avanti scelte che si sono mostrate fallimentari e dannose per il sistema, che hanno permesso di far diventare dei servitori dello Stato, i Poliziotti Penitenziari, carne da macello ed ultimo baluardo di legalità all’interno delle carceri, sempre più isolati ed abbandonati ad un triste destino. In questi ultimi anni, tanto il mondo della politica quanto i vertici dell’amministrazione penitenziaria, hanno mostrato la totale inadeguatezza nella gestione delle carceri, adottando sempre più la c.d. politica dello struzzo, rifiutandosi di guardare in faccia alla realtà, fingendo sempre che tutto andasse bene, facendo finta di non accorgersi che il castello di sabbia che stavano cercando di costruire, di giorno in giorno si sgretolava nella più totale indifferenza delle Istituzioni. Noi del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. – afferma ancora il segretario del sindacato – non ci siamo mai nascosti, abbiamo sempre denunciato le inefficienze del sistema, ed è per questo che dopo le manifestazioni che abbiamo tenuto dinanzi alle diverse carceri del Paese, abbiamo deciso di lanciare una nuova forma di protesta dal profondo significato civile e morale, riconsegniamo le nostre tessere elettorali al presidente della Repubblica perché da cittadini, visto che non veniamo ascoltati, non vogliamo essere complici del disastro e della mattanza che si sta compiendo giorno dopo giorno all’interno delle carceri, chiedendo ad Esso, quale garante dei principi Costituzionali del nostro Paese, di farsi subito carico, con il nuovo esecutivo che da qui a poco andrà a formarsi, della questione carceri e delle disumane condizioni di lavoro a cui sono costretti gli Agenti di Polizia Penitenziaria”.