Tre anni, nove mesi e un giorno. Tanto dovrà scontare Vincenzo Cinquegrana stanato, questa mattina, dai carabinieri del comando provinciale di Napoli al termine di una latitanza durata quasi nove anni. Il 56enne napoletano, inserito nella speciale lista dei più ricercati sin dal 2013, è stato localizzato in un’abitazione di Hospitalet de Llobregat, una cittadina a pochi chilometri da Barcellona, dove vive la sua compagna. Fondamentali, per la sua cattura, sono state le informazioni che gli investigatori dell’Arma hanno ottenuto attraverso il web. Grazie al monitoraggio di alcuni profili social, riconducibili al latitante, infatti, è stato possibile ricostruire non solo le sue abitudini ma, soprattutto, individuare il suo nascondiglio. Una volta acquisite le informazioni e avuta la certezza che Cinquegrana si nascondeva nella piccola cittadina iberica, i carabinieri, con la collaborazione del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e dell’Enfast (Rete europea delle unità ricerche attive latitanti), hanno messo a punto l’operazione, materialmente eseguita da una squadra Fast delle autorità spagnole. Un pesce davvero grosso quello caduto nella rete degli investigatori dell’Arma. Il nome di Cinquegrana, infatti, è da diversi anni che circola tra gli operatori delle forze dell’ordine che si occupano del traffico internazionale di stupefacenti. Un settore, questo, dove il 56enne sarebbe stato tra i broker di maggior successo, criminalmente parlando. Nel 2009, ad esempio, fu arrestato in un’abitazione di via Bologna, nel comune di Marano dove si era rifugiato per sottrarsi a un’ordinanza di custodia cautelare emesso dalla Procura di Roma nell’ambito di un’indagine su un gruppo di narcotrafficanti che importavano ingenti quantitativi di cocaina dalla Spagna. In quell’occasione, a Cinquegrana, che si trovava in compagnia di un altro soggetto noto originario di Viareggio, furono sequestrati 60 telefoni cellulari, tutti funzionanti, utilizzati, verosimilmente, per tenere i contatti con la sua rete di clienti e alcuni documenti d’identità contraffatti. In prigione, però, ci sarebbe rimasto solo poco tempo perché nel 2012 finisce nuovamente in manette con l’accusa di rapina aggravata. Le forze dell’ordine, infatti, lo bloccano in flagranza di reato mentre, insieme ad altri complici, stava tentando di mettere a segno un colpo a Terni.

Tuttavia, è soltanto pochi mesi dopo, nel 2013, che, grazie alle indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna, emerge quale sia il profilo di Cinquegrana nel settore del traffico di stupefacenti. Grazie ad alcune intercettazioni a carico di alcuni pregiudicati napoletani, si scopre l’esistenza di un’organizzazione criminale con stabili contatti con trafficanti colombiani operanti sia in Spagna sia a Roma. Organizzazione di cui avrebbe fatto parte anche Cinquegrana con il compito di broker. Era lui, infatti, a procacciare i clienti nel capoluogo napoletano, alcuni dei quali con solidi legami con la camorra. Una volta individuati gli acquirenti, secondo le indagini, sarebbe stato lo stesso Cinquegrana ad accompagnarli in Spagna per incontrarsi con i fornitori sudamericani. Quando, però, comprese che il cerchio intorno a lui si stava stringendo, Cinquegrana si ecclissò prima che i militari potessero mettergli le manette ai polsi. Di lui non si è saputo più nulla fino a questa mattina quando gli investigatori hanno bussato alla porta del suo ultimo nascondiglio.

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