Operatori esauriti. Sanità al collasso, oggi sciopero» è questo il messaggio, comparso su uno striscione dell’Usb, che si legge questa mattina all’esterno dell’ospedale del Mare di Napoli. Oggi, infatti, l’unione sindacale di base ha proclamato una giornata di sciopero generale – di 24 ore – del personale della sanità pubblica con proteste e sit-in all’esterno dei nosocomi di tutta Italia, in contemporanea con l’analoga manifestazione romana svolta davanti al ministero della Salute. I sindacati chiedono, nuovamente, alle istituzioni nazionali e regionali maggiori garanzie e diritti per gli operatori sanitari che da due anni lottano, senza sosta, a mani nude contro l’avanzare della pandemia. Intorno alle 11 di questa mattina un drappello di manifestanti ha raggiunto così il nosocomio di Ponticelli, simbolo della lotta al Covid in Campania nonché fiore all’occhiello della sanità regionale. Chiedono assunzioni stabili e condizioni di lavoro che garantiscano la sicurezza nei reparti: «sempre più spesso molti infermieri si ammalano sul proprio luogo di lavoro», ma anche l’incremento del finanziamento del servizio sanitario pubblico e un «rinnovo contrattuale adeguato sia dal punto di vista economico sia da quello professionale».
«Quelli che erano gli eroi di due anni fa – racconta Vincenzo De Vincenzo dell’Usb dall’esterno dell’ospedale della periferia orientale di Napoli – oramai sono in una situazione di collasso totale. Le assunzioni che dovevano essere fatte nella sanità, in special modo nel comparto infermieristico e medico, non sono state più fatte». «In Campania – precisa De Vincenzo – la situazione è anche peggiore: non è stata fatta nessuna grande assunzione anzi sono stati interrotti i rapporti addirittura con le cooperative che gestivano l’attività all’interno degli ospedali, togliendo ulteriore personale dai nosocomi». Nel mentre, denuncia l’Usb, «sono state bloccate tutte le attività ospedaliere che non riguardano il Covid o situazioni emergenziali. Questo significa, in una città come Napoli, di lasciare migliaia di persone, che hanno bisogno di un Sanità pubblica» in balia delle onde. Gli “eroi del Covid”, assunti con contratti spesso a tempo determinato, sono stati «buttati fuori subito dopo la prima fase della pandemia ed oggi queste persone sono rimaste appese, senza avere una collocazione» sottolineano i sindacati. Gli stessi che, dopo il sit-in all’esterno del nosocomio più moderno della Campania, si sono messi in marcia verso un altro luogo nevralgico della sanità nel capoluogo di Regione: l’ospedale Cardarelli. Anche qui i manifestanti hanno affisso un analogo striscione per richiamare l’attenzione di tutta la cittadinanza. Nel mentre le proteste non si fermano. Solo questo pomeriggio, intorno alle 16, le parti sociali saranno nuovamente in presidio all’esterno della prefettura di Napoli, nella centralissima piazza del Plebiscito, dove proseguiranno la loro giornata di sciopero.