“Il governo invierà oggi stesso altri 5mila militari e agenti della Guardia Civil e forze di polizia”, con queste parole mattina Pedro Sanchez ha annunciato un nuovo dispiego di forze dell’ordine per continuare le ricerche di coloro che mancano all’appello. Il bilancio parla di oltre duecento morti e ancora 1900 dispersi. Crescono le polemiche attorno al presidente della Comunidad Valenciana Carlos Mazón. Oltre al video in cui negava l’emergenza, secondo il quotidiano spagnolo El Pais, dopo l’alluvione non ha dichiarato “l’emergenza catastrofica” e questo avrebbe ritardato i soccorsi. “Il bilancio delle vittime della catastrofe”, che ha colpito la regione di Valencia “è salito a 211”. Lo ha detto il premier Pedro Sanchez in un discorso alla tv. “La regione di Valencia richiede più militari, macchine, finanziamenti”, per far fronte alla “seconda peggiore inondazione del secolo registrata in Europa”, per questo “il governo invierà oggi stesso 5mila soldati dell’esercito che si uniscono ai 3mila già dispiegati, e altri 5mila tra Guardia Civil e forze di polizia”. Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez in una dichiarazione istituzionale dopo il comitato di crisi alla Moncloa.

Ad inchiodare il presidente della Regione di Valencia Carlos Mazón, del Partito popolare, alle sue gravi responsabilità non è solo il video in cui martedì pomeriggio, il giorno della catastrofe, si diceva convinto che la pioggia sarebbe calata di lì a poco. Ma anche le sue scelte amministrative. Come scrive El Pais, malgrado fosse già scoppiato il più grande disastro naturale avvenuto in Spagna negli ultimi decenni, con oltre 200 morti certificati al momento e chissà quanti dispersi, la Regione non ha dichiarato ‘l’emergenza catastrofica’, il livello di mobilitazione più alto previsto dalla legge locale. La principale conseguenza che avrebbe avuto questa dichiarazione, secondo le norme regionali, è che il presidente, cioè Mazon, avrebbe “assunto il comando e la direzione esclusiva di tutte le attività di emergenza” e tutta la struttura organizzativa del piano di emergenza sarebbe passata direttamente nelle sue mani. Cioè, il presidente Carlos Mazón sarebbe diventato non solo politicamente ma anche giuridicamente responsabile dell’intera operazione di lotta alla Dana e alle sue conseguenze.
Non essendo stato attivato tale provvedimento, il comando unico al momento continua ad essere detenuto dall’assessore regionale responsabile della protezione civile e della gestione dell’emergenza, Salomé Pradas. Sotto di lei, il massimo responsabile è il direttore dell’Agenzia Valenciana per la sicurezza e la risposta alle emergenze, Emilio Argüeso, che ha ammesso di essere entrato nel posto di comando avanzato solo il giorno dopo l’alluvione. In pratica, la direzione tecnica del Cecopi, il Centro integrato di coordinamento operativo, il cervello delle operazioni di emergenza e di aiuto alle popolazioni, è stata esercitata nelle ore cruciali da José Miguel Basset, l’ispettore capo del vigili del fuoco di Valencia.

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