“Stiamo portando avanti la battaglia per modificare una legge, quella sulla responsabilità penale dei minori, che sostanzialmente è degli anni ’30 e ha subito alcune modifiche negli anni ’80, quando i ragazzini di 16-17 anni giocavano a Monopoli. Oggi invece molti girano armati con coltelli e pistole. Questo accade soprattutto a Napoli, in tutti i quartieri. Una cosa che mi porterà a lasciare la città per trasferirmi in provincia. Saremo a Roma il 9 ottobre per una manifestazione: mi auguro che anche i torresi siano con noi”. A parlare è stato Franco Cutolo, papà di Giovanbattista, il musicista di 24 anni ucciso a Napoli, in piazza Municipio, lo scorso 31 agosto. Il regista, nato e cresciuto a Torre del Greco, ha voluto essere presente ieri sera all’inaugurazione della rassegna musicale organizzata dal Comune “Voci d’autunno dedicate a Giogiò Cutolo contro ogni violenza”, ed è salito sul palco allestito a Villa Macrina insieme al sindaco Luigi Mennella e al dirigente del settore Cultura, Gennaro Russo. A loro ha rivolto i ringraziamenti per essere stati vicini alla famiglia in occasione dei funerali. “Giogiò aveva un legame speciale con Torre del Greco. Tante volte, specie da piccolo, insieme alla sorella lo lasciavo a casa della nonna: gli piaceva tanto la città”, ha detto ancora Cutolo. Ad ascoltare le sue parole, il sindaco Luigi Mennella: “Abbiamo deciso di dedicare la rassegna ‘Voci d’autunno’ a Giogiò, non solo come doveroso omaggio ad un figlio della nostra città, ma soprattutto per provare ad evidenziare come questa tragedia debba servire da monito, verso le istituzioni certo ma anche verso i genitori, che devono tornare ad avere il giusto ruolo di guida per i loro figli. L’ho detto anche a Franco: da papà, prima che da sindaco, la vicenda mi ha toccato profondamente ed è difficile trovare le parole giusto, anzi forse è giusto che invece alle parole si lasci spazio ai fatti”.