Un innocente in cella per un anno. Vittima il 38 enne Francesco Rizzo. La Corte di Appello di Salerno ha confermato la sentenza di assoluzione emessa in primo grado dal Tribunale di Vallo della Lucania. Finì dietro le sbarre il 9 febbraio del 2019 a seguito della denuncia presentata dai familiari di una minorenne di Vallo, secondo la quale Rizzo aveva tentato di abusare di lei mentre una sera rientrava a casa. Per l’uomo, residente da anni a Vallo, ma originario di Cetraro, in provincia di Cosenza, fu l’inizio di un incubo. La difesa, composta dagli avvocati Franco Maldonato e Massimiliano De Vita, ha dimostrato l’inattendibilità delle dichiarazioni rese dalla minorenne, arrivando alla sentenza di assoluzione già in primo grado, a fronte dei 5 anni per violenza carnale e porto abusivo di armi chiesti a conclusione del dibattimento dal pubblico ministero. Quando finalmente si sono riaperte le porte del carcere, Rizzo aveva già trascorso oltre un anno in cella. Ora per lui arriva anche la sentenza di secondo grado che conferma l’assoluzione. I fatti risalgono alla fine del 2018, la ragazzina di Vallo, rientrando a casa, racconta alla mamma di essere stata bloccata dall’uomo armato di un coltellino e che lo stesso, sotto la minaccia dell’arma, voleva costringerla a subire atti sessuali. La minorenne, sarebbe riuscita a liberarsi durante il tentativo di violenza approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, impegnato ad abbassarsi i pantaloni. L’episodio si sarebbe consumato in via Zaccaria Pinto, a pochi passi dal centro di Vallo, nei pressi della stazione dei pullman. Secondo quanto denunciato dalla ragazzina, Rizzo si era avvicinato a lei prendendola per il fianco sinistro e minacciandola con un coltello, pronto ad abusare di lei. L’arresto per il 38enne scattò il 9 febbraio del 2019. Da quel giorno, Rizzo è rimasto rinchiuso nel carcere di Vallo fino alle sentenza di primo grado, arrivata a febbraio del 2020. Per ben quattro volte sia il tribunale di Vallo che il tribunale del Riesame avevano respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati Maldonato e De Vita.