Non solo l’ex eurodeputato Antonio Panzeri e il suo assistente Francesco Giorgi. Per gli inquirenti belgi del Qatargate, a essere coinvolti nello scandalo che ha già portato al sequestro di oltre 1,5 milioni di euro sarebbero anche le rispettive famiglie. Se il presunto coinvolgimento di Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri – rispettivamente moglie e figlia del politico di area dem – è ormai cosa nota e si attende per oggi e domani il via libera all’estradizione in Belgio di entrambe da parte del tribunale di Brescia, il faro acceso sui movimenti del 35enne va allargandosi in queste ultime ore. Il giudice istruttore Michel Claise infatti, ha chiesto alle autorità italiane di estendere i controlli anche ai genitori di Francesco. E cioè di monitorare le attività finanziarie di Luciano Giorgi, 65enne di Abbiategrasso (dove entrambi sono residenti), e di Iole Valli, 69enne originaria di Rho. Come riportato dalla Verità, sotto la lente d’ingrandimento della procura di Bruxelles sarebbe in particolare finita «l’acquisizione di attività finanziarie in Belgio a nome di Francesco Giorgi». Ovviamente il coinvolgimento è tutto da provare, ma si indaga sull’acquisizione da parte dell’assistente parlamentare di un palazzo nella Capitale belga. Compravendita che, a giudizio degli inquirenti, sarebbe legata ad alcuni trasferimenti di denaro dai conti di papà Luciano e mamma Iole. Nel mirino, al netto di un numero più elevato di operazioni, ci sono tre bonifici risalenti a pochi mesi fa: due da 40mila euro riconducibili a conti separati intestati ai due coniugi, e un altro da 10mila euro. Operazioni sospette per Claise che ha quindi richiesto la perquisizione del domicilio di Abbiategrasso di Giorgi e di qualsiasi altra sua «residenza effettiva» e «di procedere all’audizione, in qualità di indagata, della persona che ha l’uso dei locali, ovvero suo padre e sua madre, Luciano Giorgi e Iole Valli». Tant’è che martedì scorso nell’abitazione gli uomini della Guardia di finanza hanno sequestrato 20mila euro in contanti e altra documentazione che sarà ora trasferita a Bruxelles. Non solo. Sempre secondo la Verità, a Bruxelles si lavora anche ad un’altra pista sospetta attorno a Giorgi. In particolare si guarda ad alcuni movimenti societari orchestrati dal 35enne insieme alla già indagata commercialista di Panzeri Monica Rossana Bellini. Il riferimento è alla costituzione di una società, la Equality Consultancy, a nome di papà Luciano (detentore del 70%), del fratello più piccolo Stefano (del 25%) e di Bellini (5%) nel 2018, pochi mesi prima del voto europeo. Una società che, al netto del ruolo di informatore farmaceutico del 65enne e del ruolo di apprendista in una società di autonoleggi del giovane, si sarebbe occupata di «sviluppare reti tra diversi soggetti, Ong, organizzazioni imprenditoriali e controparti nei Paesi terzi, per facilitare il dialogo e le opportunità che consentono legami economici e culturali più forti all’interno della Ue e nei suoi Stati membri». Poco prima che si concluda il primo anno con un bilancio attivo di 102.500 euro, i due Giorgi però lasciano la società nelle mani di un socio di vecchia data di Luciano, di un non meglio identificato Manfred Forte e della stessa Bellini (rispettivamente 40%,40% e 20%). A quel la società avrà vita breve, finendo per essere messa in liquidazione dopo un secondo anno in perdita di 51mila euro e a non esistere più oggi. La stranezza è che il passaggio di mano che avviene proprio nei giorni in cui Panzeri – intanto non rieletto all’Europarlamento – fonda a Bruxelles la sua ong Fight impunity, di cui Francesco Giorgi è «senior advisor».

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