L’Arpac ha fatto il suo dovere, ora spetta all’amministrazione comunale intervenire per la caratterizzazione dei rifiuti presenti nel municipio. È quanto stabilito dai tecnici dell’Agenzia regionale protezione ambientale della Campania, che dopo aver effettuato il sopralluogo hanno prescritto al sindaco, alla giunta e agli uffici competenti di mettere in campo una serie di attività per consentire una valutazione esaustiva sulla pericolosità dei rifiuti interrati nel Palazzo ducale, sede della casa comunale, già dichiarato inagibile per motivi strutturali. I tecnici Arpac hanno chiesto l’intervento dell’ente locale “per lo svuotamento dell’acqua” e per la rimozione di tutti i rifiuti” (foto in basso). “Poiché non è stato possibile, appurare con certezza – si legge nella relazione dell’Arpac -, se tale cisterna è collegata ad un pozzo freatico, oppure cisterna di accumulo delle acque meteoriche, si ritiene che il soggetto obbligato, in primis, debba predisporre lo svuotamento dell’acqua per appurare l’esistenza di un pozzo all’interno di essa. A protezione delle matrici ambientali e a salvaguardia della pubblica e privata incolumità, per i rifiuti ivi presenti, procedere a quanto segue: caratterizzazione analitica dell’acqua per la determinazione del codice EER e relativo smaltimento; rimozione di tutti i rifiuti, separazione per tipologia di appartenenza e caratterizzazione analitica di essi, per la giusta attribuzione del relativo codice EER; rimozione e smaltimento/recupero dei rifiuti presso impianti autorizzati; se dopo lo svuotamento della cisterna ed allontanamento dei rifiuti, si rinvenisse una canna di pozzo, avviare un piano preliminare di indagini”. Insomma la palla passa al sindaco Ernesto Di Mattia e alla squadra di governo. In seguito a un esposto il caso fu sollevato dal consigliere di opposizione Salvatore Lettera che presentò una richiesta di chiarimenti sulla presenza di rifiuti tossici o pericolosi all’interno del municipio. In breve tempo si attivarono il comandante della polizia municipale Francesco Dell’Aversana e l’Arpac. In base alla normativa se il Comune non effettua entro un anno gli interventi prescritti l’area è considerata una discarica abusiva con conseguenze amministrative e penali a carico degli amministratori locali. La casa comunale è già inagibile, se “ospitasse” anche una discarica sarebbe davvero il colmo. A dimostrazione che al peggio non c’è mai fine.
Mario De Michele
LA RELAZIONE DEI TECNICI ARPAC