L’ombra degli abusi si allunga su Giovanni Paolo II: in Polonia stanno facendo discutere alcuni vecchi documenti degli archivi della polizia comunista che dimostrerebbero come da vescovo fosse a conoscenza di abusi su minori da parte di preti ai quali diede coperture spostandoli in altre parrocchie lontane da Cracovia. L’inchiesta è stata fatta dalla TVN ed è firmata da Marcin Gutowski, noto giornalista investigativo che ha appena pubblicato anche un libro intitolato Maxima Culpa. Secondo quanto è riuscito a ricostruire Karol Wojtyla trasferì i sacerdoti in altre diocesi, una delle quali addirittura in Austria, proprio per assicurarsi che non scoppiasse uno scandalo coinvolgendo direttamente la Chiesa. In pratica scrisse una lettera di raccomandazione per un sacerdote accusato di abusi all’allora cardinale di Vienna Franz Koenig. Accanto ai documenti Gutowski dice di aver parlato anche con le vittime o con le loro famiglie facendosi confermare l’atteggiamento di omertà e poca trasparenza che regnava nella Chiesa. Il giornalista cita anche documenti dell’ex polizia segreta durante il periodo comunista a cui ha avuto accesso. Tuttavia la diocesi di Cracovia non ha confermato e gli ha rifiutato l’accesso ai propri archivi diocesani. Anche negli anni passati la Chiesa polacca si è rifiutata di fornire documenti alla magistratura polacca o alla commissione d’inchiesta pubblica che sta indagando su casi di abusi. Gutowski afferma di aver raccolto la testimonianza di una persona che parlò personalmente all’allora cardinale Wojtyla di un prete abusatore nel 1973. «Wojtyla voleva prima assicurarsi che non fosse un bluff e chiese che non venisse riportato da nessuna parte – disse che se ne sarebbe occupato lui». L’allora cardinale aveva esplicitamente richiesto che la presunta relazione fosse tenuta rigorosamente nascosta. La Polonia è sotto choc davanti a questa ennesima inchiesta su San Giovanni Paolo II.