«Nostra figlia è allergica alle arachidi». Questo è il messaggio, espresso in un misto di italiano e inglese, che i genitori della 14enne morta al San Camillo dopo aver mangiato un dolce hanno cercato di comunicare al personale del ristorante prima di ordinare il dessert. Così hanno spiegato alla polizia, che si sta occupando dell’inchiesta sulla scomparsa della figlia. La famiglia, arrivata a Roma da Londra, si trovava in città in vacanza. Un viaggio che si è concluso quando la 14enne ha perso la vita a causa di una fortissima reazione allergica: inutile la corsa in ospedale dopo lo shock anafilattico. Il caso risale allo scorso giovedì: dopo aver pranzato al ristorante I love pizza kebab nel quartiere Gianicolense — che ieri ha tenuto le saracinesche chiuse — la giovane ha iniziato a sentirsi male. Rientrata al b&b, le sue condizioni sono rapidamente peggiorate. In preda al panico, la madre ha chiamato il 112 e richiesto un intervento medico. Trasportata d’urgenza al pronto soccorso del San Camillo, la ragazza è però arrivata in condizioni già disperate. Nonostante i tentativi dei medici, non c’è stato nulla da fare. Il padre, colto da un malore mentre assisteva alla scena, ha dovuto essere a sua volta ricoverato per un giorno. Insostenibile l’impatto della notizia che ha trasformato la vacanza tanto attesa nel più impronosticabile dei drammi. La procura ha avviato un’inchiesta per omicidio colposo. Tutto gira attorno alle comunicazioni intercorse tra i turisti e i dipendenti del ristorante: il messaggio sull’allergia della ragazza è stato compreso dai camerieri? Oppure nel dessert, una preparazione mediorientale al miele, era presente una contaminazione da frutta secca non indicata nel menù o nell’etichetta che dovrebbe segnalare gli allergeni? A questi interrogativi vogliono dare una risposta il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il sostituto Mario Dovinola. La procura ha disposto un’autopsia per stabilire le cause del decesso, già attribuite a uno shock anafilattico in una prima relazione firmata dal medico legale.

I dettagli emergono lentamente, mentre la famiglia cerca di trovare risposte in un momento di profonda angoscia. Questa tragedia riporta alla mente un altro drammatico episodio avvenuto più di un anno fa a Milano. Anna Bellisario, anch’essa deceduta a causa di una reazione allergica dopo aver consumato un dessert contaminato, aveva scelto un ristorante vegano per ridurre il rischio di esposizione. Nonostante le sue precauzioni, il tiramisù servito conteneva tracce di latticini, contrariamente a quanto pubblicizzato nell’etichetta del prodotto. Anche Anna morì dopo aver mangiato solo un cucchiaino del dessert che aveva ordinato, lasciando la sua famiglia nella disperazione. Le indagini su Anna non hanno trovato responsabilità nel ristorante, concentrandosi sull’azienda produttrice del dessert. Con la tragica vicenda della quattordicenne inglese, si apre ora un nuovo capitolo. Una nuova terribile storia in cui ha perso la vita una giovanissima.

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