“È venuto alla luce che la Russia si è avvicinata agli eurodeputati, ma li ha anche pagati, per promuovere la sua propaganda”. Lo ha detto il premier belga Alexander De Croo, secondo quanto riportato dai media belgi. “C’è stata una stretta collaborazione” tra i servizi segreti belgi e quelli cechi per distruggere una rete di propaganda russa, ha indicato De Croo. La presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, “è a conoscenza delle accuse mosse” sulla testata Voice of Europe, veicolo dell’attività di disinformazione russa, e l’Eurocamera “sta esaminando” la veridicità delle accuse, hanno confermato i servizi di stampa del Pe. La trama d’influenze, stando a quanto trapelato finora, sarebbe semplice: attraverso Voice of Europe – finanziato e manovrato dall’oligarca ucraino filo-russo Viktor Medvedchuk, uomo del cerchio magico di Vladimir Putin – Mosca avrebbe cercato di usare gli eurodeputati intervistandoli a pagamento. Tra loro – stando alle indiscrezioni di media cechi e olandesi – vi sarebbero esponenti del Rassemblement National di Marine Le Pen, dell’ultradestra fiamminga del Vlaams Belang, ma anche di Alternative fuer Deutschland, tutte formazioni della galassia sovranista date in testa ai sondaggi in vista del voto. Quanto rivelato dallo scandalo ‘Voice of Europe’ “mina l’unità nell’Ue, è così che Putin sta cercando di farla franca con la sua guerra in Ucraina. Questa non è solo una violazione della fiducia; è un attacco diretto al tessuto stesso della nostra democrazia”. Lo ha detto la capogruppo dei Verdi all’Eurocamera, la tedesca Terry Reintke, reagendo alla notizia dell’inchiesta sulle ingerenze russe all’Eurocamera. “Questa non è la prima volta che viene dimostrato che politici di estrema destra, che affermano a gran voce di difendere il loro Paese, accettano segretamente denaro da Paesi stranieri”, ha aggiunto Reintke. “I cittadini devono poter fidarsi dei politici. Pertanto, è necessaria un’indagine rapida e approfondita a livello europeo per andare a fondo di questa questione. Tra 10 settimane ci sono le elezioni europee. Dobbiamo essere sicuri che nessuno dei candidati a queste elezioni sia pagato dai russi”, ha aggiunto l’eurodeputato verde Bas Eickhout. “Come Democratici europei siamo seriamente preoccupati per le notizie rivelate oggi dal primo ministro belga, Alexander De Croo, su una vasta rete di disinformazione russa scoperta dai servizi segreti belgi e cechi, che ha portato alla chiusura di un sito Internet, Voice of Europe: la rete avrebbe anche pagato deputati al Parlamento europeo con l’obiettivo di diffondere disinformazione. Chiediamo che le autorità competenti e la Presidenza del Parlamento europeo si attivino quanto prima per fare piena luce su questa vicenda estremamente grave e preoccupante: da questo dipendono la credibilità delle istituzioni europee, la serenità e l’integrità delle elezioni di giugno 2024”. Lo scrive sui social l’eurodeputato Sandro Gozi, segretario generale del Partito democratico europeo e membro del “Team Europe” che guiderà la campagna elettorale di Renew alle Europee 2024.