Migliaia di euro con annessa una quota di mantenimento, una sorta di affitto, da pagare al clan, per accedere e rimanere negli alloggi popolari. Non solo. Anche botte e violenze varie per costringere gli inquilini ad andare via anche se indigenti o con figli in tenera età. Così la camorra gestiva il business delle case popolari nel quartiere Ponticelli di Napoli. Partono proprio da un episodio di violenza nei confronti di chi non aveva la possibilità di pagare le indagini – partite nel giugno 2020 – della squadra mobile di Napoli, del commissariato Ponticelli e del nucleo investigativo dei carabinieri che oggi si sono concretizzate oggi con decine e decine di misure cautelari. Tra i 66 destinatari dei provvedimenti ci sono tutti i vertici delle famiglie malavitose locali: gli indagati, infatti, sono legati a vario titolo al cartello camorristico denominato De Luca Bossa-Casella-Minichini-Rinaldi-Reale attivo a Napoli Est.

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