L’indagine, avviata nel settembre 2019, ha consentito di individuare un’associazione dedita al traffico di stupefacenti che si occupava di importare a Palermo, tramite vari canali di rifornimento, grosse partite di narcotici da immettere nelle piazze di spaccio del centro del capoluogo siciliano. Al vertice dell’associazione importanti uomini d’onore delle famiglie mafiose di Palermo Centro e di Partanna Mondello già definitivamente condannati, che, insieme ad altri sodali (alcuni dei quali del mandamento di Brancaccio, già sottoposti a misura cautelare in un altro procedimento, avevano contatti sia con fornitori in Campania e Calabria, sia con spacciatori palermitani. Secondo quanto emerso dalle indagini, i proventi dell’attività di spaccio sarebbero stati utilizzati per il mantenimento dei detenuti affiliati a più famiglie mafiose del capoluogo. Individuata anche un’abitazione a Pollena Trocchia utilizzato come deposito di stupefacenti dal gruppo criminale e nella quale sono stati sequestrati 255 kg di hashish. Nel corso delle indagini sono stati arrestati otto corrieri e sequestrati complessivamente ulteriori 185 kg di sostanze stupefacenti, fra cocaina, hashish e crack, nonché circa 52.000 euro in contanti. Nell’arco di un anno – tra marzo 2020 a marzo 2021 – ha «movimentato» oltre 7 tonnellate di cocaina, di cui 1,3 sottoposte a sequestro in Italia e all’estero, la banda di narcotrafficanti, riconducibile a narcos Raffaele Imperiale, sgominata dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato che, coordinati dalla DDA di Napoli, hanno eseguito oggi 28 misure cautelari su tutto il territorio nazionale. La banda, che aveva la sua base in provincia di Napoli, non solo importava la sostanza stupefcente proveniente da Sud America ma la esportava anche verso altri Paesi, tra cui figura l’Australia. Era Imperiale a occuparsi dell’import della «coca», stipata all’interno di container: le navi raggiungevano i principali scali marittimi commerciali europei grazie ad accordi, alleanze e joint ventures intrecciate, a partire da gennaio 2017, con narcotrafficanti sud americani ed europei di primissimo livello. Si tratta di colombiani delle famigerate formazioni paramilitari conosciute come Clan del Golfo e olandesi di origine marocchina che, nel frattempo, si affermavano sulla scena tra i principali gruppi criminali nel controllo del traffico di cocaina dal Sudamerica nei porti di Rotterdam (Paesi Bassi) e Anversa (Belgio), sia irlandesi.

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