“Un Paese” che si trovi a far fronte a un arrivo massiccio di flussi migratori come a Lampedusa, “un’isola di 6.000 cittadini” che “improvvisamente riceve 1.700 persone in un giorno, altre 3.000 un altro”, “non può essere lasciato solo e non può sentirsi lasciato solo”. Così la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in un’intervista al pool di agenzie di stampa riunite nell’European Newsroom. Metsola ha sottolineato la necessità di “non separare la dimensione interna e quella esterna dell’immigrazione” e di “essere coerenti nel modo in cui trattiamo con i paesi vicini”. “Finché non avremo trovato una soluzione che consenta di esaminare le richieste di asilo al di fuori del territorio dell’Ue – ha aggiunto – dovremo dialogare con quei Paesi da cui i migranti non hanno altra soluzione che salire su un’imbarcazione”. La presidente dell’Europarlamento si è detta “ottimista” sull’avanzamento del Patto Ue sulla migrazione. “Speriamo che questa settimana o la prossima si sblocchi” il negoziato al Consiglio dell’Ue sul regolamento delle crisi migratorie e che “si possa procedere con il patto sulla migrazione” ha detto sottolineato, aggiungendo che “ci saranno Paesi che non lo accetteranno. Non è una novità, ma si dovrebbe riuscire a trovare una maggioranza. Si troveranno degli equilibri. I triloghi sono andati avanti” ha aggiunto, ribadendo la necessità di “fare tutto il possibile per sbloccare qualsiasi intoppo dell’ultimo minuto, durante una presidenza in cui è essenziale risolvere la crisi migratoria dal punto di vista legislativo”. Sulla decisione del Parlamento europeo di sospendere il negoziato sul testo per il database europeo per le richieste d’asilo e quello per lo screening congiunto degli arrivi a causa dello stallo al Consiglio Ue, Metsola ha detto di “non considerare i dossier in pausa”, sostenendo che “non si può affrontare solo il pilastro della sicurezza della migrazione senza il pilastro dell’asilo”. “Non riesco a giustificare il fatto che in cinque anni di mandato non si sia riusciti a trovare una soluzione” sul Patto dell’Ue per la migrazione, “una delle migliori proposte legislative che abbiamo mai visto sul tavolo”, ha detto ancora Metsola, evidenziando che “in passato avremmo potuto trovare delle maggioranze, ma il consenso è stato usato come motivo per non farlo”. “La prima domanda che mi viene posta in Italia è: perché non ci sono leggi che vengono affrontate a livello europeo? Ogni volta che lo si chiede, ci si sente rispondere che si tratta di una sfida europea che richiede una risposta europea: non riesco a immaginare di affrontare i miei elettori e dire loro che sono passati altri cinque anni”, ha proseguito la presidente ricordando i dieci anni dalla tragedia di Lampedusa, quando “il Mar Mediterraneo fu definito il più grande cimitero del mondo”, che ricorreranno la settimana prossima. Metsola ha anche detto che “se si può fare una missione navale nel Mediterraneo per fare in modo che meno persone perdano la vita, assicurandosi allo stesso tempo che i confini siano rispettati, allora questo è un aspetto che potremmo considerare positivamente”. “‘Si tratta di una decisione dei governi – ha speigato – ma è molto discussa in questa sede’.

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