Dopo il primo gruppo di italiani che ha lasciato ieri la Striscia di Gaza, stamani una bambina italiana di sei anni e la mamma palestinese hanno attraversato il valico di Rafah. “Le nostre forze sono nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza city, circondandola e approfondendo l’operazione”. Lo ha detto il capo di Stato maggiore Herzi Halevi. “Siamo al culmine della campagna, abbiamo già raggiunto successi impressionanti, siamo già oltre gli ingressi di Gaza City e andiamo avanti”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu parlando ai soldati. “Abbiamo anche perdite dolorose ma come mi ha detto uno dei combattenti ‘niente ci fermerà’. Faccio appello alle persone non coinvolte ad uscire e andare a sud, perchè noi non ci fermeremo dall’eliminare i terroristi di Hamas”. L’ufficio di Benyamin Netanyahu ha precisato di non aver approvato il trasferimento di carburante agli ospedali di Gaza se questo dovesse finire, come annunciato invece dal capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi. Secondo stime Usa, Hamas trattiene circa il 40% dei 500.000 litri di benzina che sono a Gaza. Il segretario di Stato Antony Blinken farà pressione sul governo israeliano affinché accordi delle brevi pause nelle operazioni militari a Gaza per consentire il rilascio in sicurezza degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti umanitari. Lo riporta il New York Times citando fonti dell’amministrazione, secondo le quali Blinken premerà per più pause umanitarie durante la sua visita in Israele. La richiesta di pause, precisano fonti della Casa Bianca, è diversa da un cessate il fuoco, che si ritiene andrebbe a beneficio di Hamas. Una milizia iraniana sta aiutando gli Hezbollah a combattere Israele dal sud del Libano. Lo ha detto il portavoce militare israeliano in lingua araba Avihai Adrai secondo cui la milizia ‘Imam Hussein’ – che ha operato in Siria negli ultimi anni – è “stata coinvolta nelle frizioni con Israele di queste settimane e prende parte alle attività offensive dentro il territorio israeliano”. Il gruppo Wagner potrebbe fornire un sistema di difesa aerea a Hezbollah. Lo riporta il Wall Street Journal citando fonti dell’intelligence americana, secondo le quali il sistema sarebbe il SA-22. “È un sollievo perché la situazione a Gaza è stata davvero difficile, ma sono molto preoccupata per il resto del team e per la popolazione. Dopo aver lavorato lì per mesi e aver vissuto in prima persona questa terribile crisi, io e i miei colleghi abbiamo una visione chiara della risposta umanitaria che deve essere attivata con urgenza”. Così la cooperante italiana Maya Papotti di Azione contro la Fame, una delle volontarie italiane uscite ieri da Gaza. Il valico di Rafah tra Gaza e l’Egitto è aperto anche oggi. Lo hanno riferito fonti locali aggiungendo che l’apertura serve a favorire l’ulteriore uscita degli stranieri, di quelli con doppia nazionalità e dei feriti, cominciata ieri. Sono in corso colloqui per istituire una forza multinazionale a Gaza dopo che Israele avrà sradicato Hamas: lo hanno confermato due senatori Usa. I senatori dem Chris Van Hollen e Richard Blumenthal hanno riferito a Politico che è al lavoro una diplomazia dietro le quinte per stabilire una forza di mantenimento della pace a Gaza, anche se probabilmente non includerà truppe americane. “Sono in corso discussioni sulla possibile composizione di una forza internazionale”, ha detto Van Hollen, rifiutandosi di entrare nei dettagli specifici. “Sono discussioni molto preliminari e fragili”.
“Penso che sarebbe importante avere una sorta di forza multinazionale a Gaza come transizione verso qualunque cosa accada dopo”, ha aggiunto. “Penso che abbiamo bisogno di una pausa. Una pausa significa dare tempo per far uscire i prigionieri”: lo ha detto Joe Biden ad un evento elettorale in Minnesota, dopo che un membro del pubblico aveva gridato “come rabbino ho bisogno che lei chieda un cessate il fuoco adesso”. Lo riferisce il pool di reporter al seguito, senza precisare se il presidente si riferisse agli ostaggi o a coloro che sono trattenuti nella Striscia di Gaza. Nuovi scontri si sono registrati ieri sera al confine tra Libano e Israele. Gli Hezbollah hanno affermato nella notte di aver distrutto un drone israeliano nel sud del Libano con un missile terra-aria, riferisce il Guardian. L’esercito israeliano ha invece affermato sul suo canale Telegram che “un missile terra-aria è stato lanciato dal Libano verso un Uav dell’Idf. In risposta, l’Idf ha colpito la cellula terroristica che ha lanciato il missile e il sito di lancio. Non ci sono stati danni all’Uav”. Le Forze di Difesa israeliane (Idf) aggiungono che “sono stati identificati numerosi lanci dal Libano verso l’area di Har Dov e del Monte Hermon, nel nord di Israele. Sono caduti in aree aperte. In risposta, l’artiglieria dell’Idf ha colpito la fonte dei lanci”. Rumore di esplosioni e bombardamenti si sono uditi per oltre due ore nelle vicinanze dell’ospedale Al-Quds di Gaza, secondo quanto riferito dalla Mezzaluna rossa palestinese che ha postato su X diversi video girati da una delle finestre dell’ospedale. “Per oltre due ore, l’area attorno all’ospedale Al-Quds nel Tel Al-Hawa a Gaza è stata colpita da intensi bombardamenti, con forti esplosioni che hanno causato uno stato di panico e paura tra le équipe ospedaliere e oltre 14.000 sfollati”, afferma la Prcs su X. L’esercito israeliano sta continuando “a colpire terroristi e distruggere infrastrutture del terrore” nella Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui nella notte “i soldati si sono scontrati con numerose cellule terroristiche nel nord della Striscia di Gaza uccidendo decine di terroristi”. I soldati hanno affrontato le milizie di Hamas con “l’assistenza del fuoco dell’artiglieria e dei tank guidando al tempo stesso un attacco aereo con un elicottero e un missile lanciato da una nave”. E’ salito a 17 il bilancio dei soldati israeliani rimasti uccisi a Gaza da martedì nel corso della vasta operazione di terra dell’esercito. Lo ha reso noto il portavoce militare. E’ salito a 242 il numero degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas e alle altre fazioni palestinesi. Lo ha fatto sapere il portavoce militare israeliano Daniel Hagari. L’Egitto aiuterà a evacuare “circa 7.000” stranieri e persone con doppia nazionalità dalla Striscia di Gaza devastata dalla guerra: lo ha annunciato oggi il ministero degli Esteri. Nel corso di un incontro con diplomatici stranieri, il viceministro degli Esteri egiziano, Ismail Khairat, ha detto che il Paese si sta preparando “a facilitare l’accoglienza e l’evacuazione dei cittadini stranieri da Gaza attraverso il valico di Rafah”. Secondo il viceministro, ci “sono circa 7.000” persone di “oltre 60” nazionalità che attendono di lasciare Gaza. Un palestinese “è stato ucciso ed altri 2 gravemente feriti dalle forze di occupazione israeliane” a Qalqilya, in Cisgiordania. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui dal 7 ottobre scorso, giorno dell’attacco di Hamas, sono 131 i palestinesi uccisi. Lo Yad Vashem, il Museo della Shoah a Gerusalemme, ha fatto appello “ai leader politici, culturali, religiosi e accademici di tutto il mondo a dichiarare guerra all’antisemitismo”. Un appello lanciato “in risposta all’allarmante ondata di antisemitismo che sta attanagliando il globo”, ha spiegato, a seguito del “terribile attacco contro Israele da parte di Hamas e dei terroristi jihadisti del 7/10”. “Seguiamo da vicino il drammatico aumento dell’antisemitismo nelle parole e nei fatti – ha detto il presidente di Yad Vashem, Dany Dayan -, compresi gli attacchi violenti contro le comunità, le istituzioni e gli individui ebraici”.