Spunta un secondo video. Un’altra telecamera di sicurezza della stazione Termini riprende l’aggressore e stavolta il volto è pienamente riconoscibile. L’uomo, un giovane vestito completamente di nero, fa avanti e indietro di fronte all’ingresso dello scalo che affaccia su piazza dei Cinquecento con una busta blu di plastica. È appena sceso dal bus della linea 714 che lo ha portato dall’Eur in centro e si guarda attorno. Mentre il volto viene inquadrato in primo piano, si accende una sigaretta. L’uomo deve ancora incrociare Abigail Dresner, la 24enne israeliana che accoltellerà per tre volte da lì a qualche minuto all’interno della stazione. Secondo le prime informazioni che circolano in ambienti investigativi, si tratterebbe di un polacco. Forse un senzatetto. Il nome dell’aggressore di Termini è Aleksander Mateusz Chomiak ed è nato a Grudziadz 25 anni fa. È solito frequentare la stazione Termini. Il giovane sarebbe arrivato in Italia circa otto mesi fa. Il clochard polacco sarebbe scomparso dal suo Paese e i genitori lo starebbero ancora cercando. Partito otto mesi fa per l’Italia, non aveva un alloggio e non aveva trovato lavoro. Secondo quanto emerge il ragazzo si muoveva spesso in tutta Italia, dormiva in treno o in strada, sulle scale o all’interno di palazzi abbandonati. Sfruttava locali pubblici per ottenere un accesso internet, come ad esempio McDonald’s o le stazioni. L’ultima volta che la famiglia lo ha visto è lo scorso 23 ottobre. Il ragazzo non avrebbe con sé alcun documento ma sarebbe in stretto contatto con la madre attraverso un cellulare. La donna ha tentato più volte, senza fortuna, di convincerlo a tornare a casa. Nel corso di questi mesi sarebbe stato avvistato a Torino, Venezia e Livigno. Ha anche passato una notte in ospedale, trasportato da un’ambulanza dopo esser crollato in strada. Gli investigatori hanno ricostruito l’intero tragitto dell’aggressore e hanno in mano anche il suo identikit, una descrizione accurata a cui in queste ore i pm cercano di abbinare anche un nome e un cognome. È stato grazie alle telecamere di sicurezza piazzate a ogni angolo della stazione Termini che la polizia ha scoperto che il ricercato è arrivato in piazza dei Cinquecento dopo le 21,30 a bordo di un autobus, il numero 714. Si tratta di un torpedone di ultima generazione, uno di quelli che hanno in dotazione un servizio di videosorveglianza. Così dalle immagini interne al bus, già in mano alla procura di Roma, è stato possibile ricostruire l’intero percorso del killer, un viaggio di oltre 12 chilometri che ha portato il ricercato verso la vittima. Mancava oltre un’ora all’agguato, quando quell’uomo sulla quarantina è salito a bordo del bus che era ancora parcheggiato al capolinea, in piazzale Pier Luigi Nervi, davanti il palazzetto dello sport dell’Eur, un luogo che l’aggressore potrebbe aver raggiunto anche con un altro autobus, visto che la polizia ha sequestrato anche le immagini catturate dalle telecamere di sicurezza installate in un’altra vettura. Quel che certo è che una volta a bordo del 714, destinazione Termini, l’uomo non ha infastidito nessuno né ha richiamato l’attenzione dell’autista che, ascoltato dagli investigatori, ha detto che si è trattato di un passeggero come tanti, di un volto che non gli è restato impresso.