BENEVENTO – E’ un’affascinante racconto della ferocia femminile “Caina” di Davide Morganti, che stasera e domani andrà in scena nell’ambito del festival “Benevento Città Spettacolo”. Diretto da Stefano Amatucci lo spettacolo debutta al Teatro De Simone con Luisa Amatucci e Gabriele Saurio, e con la partecipazione in voce di Isa Danieli.

E’ la storia di Enza, soprannominata Caina: un passato da killer della camorra, donna fredda e spietata “specializzata” nell’uccisione degli extracomunitari. Il suo è un animo xenofobo: Caina odia tutto ciò che non appartiene alla sua lingua, alla sua pelle, alla sua razza e alla sua religione. Lei che aveva una rozza visione dell’Islam, che uccideva i “negri” per una pulizia etnica, si trova ora a lavorare come “trova-cadaveri”, raccoglie i corpi degli extracomunitari annegati mentre dall’Africa cercano di raggiungere le coste italiane. E’ estate e i lidi devono restare aperti. Il suo compito è quello di portare i cadaveri in un ex cimitero della camorra dove vengono sciolti nella calce. Per ogni cadavere guadagna 15 euro e deve anche guardarsi dai “trova-cadaveri” abusivi, Nahiri l’uomo con il quale deve confrontarsi, è uno di loro. Un finale inaspettato trasformerà Caina da carnefice in vittima del suo stesso male. “L’emigrazione è una delle malattie del nostro tempo, almeno così viene percepita in Occidente – dice l’autore Davide Morganti – provoca avversione, rabbia, timore, qualcosa da cui difendersi. E’ un paradosso ma da noi l’odio si è trasformato in una forma di superiorità culturale”. “Se a questo aggiungiamo la lettura distorta dell’Islam, l’insieme diventa esplosivo e pericoloso – prosegue Morganti -. Io, di quest’odio misto a paura ed ignoranza, ho provato a farne una storia tragica che racchiudesse le angosce dell’uomo comune e la sua ordinaria follia”. “Leggere Caina è stato per me un pugno nello stomaco – dice il regista Stefano Amatucci -. Oltre alla feroce bellezza della scrittura, Caina, la protagonista, ti risucchia e ti imprigiona nel suo animo nero costringendoti a guardare il mondo con occhi infuocati”.

 

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