CASERTA – Chi è Barbablù? Chi è il mostro? E poi, in fondo, “la sua barba non è poi così blu”, e “i mostri siamo noi a crearli con la nostra paura di ciò che è diverso da noi”. L’amore e la sofferenza inflitta dal pregiudizio nel prossimo lavoro in scena questo week end, sabato 28 (ore 21) e domenica 29 gennaio (ore 19), a OfficinaTeatro. Nello spazio diretto da Michele Pagano, in via degli Antichi Platani a San Leucio, Francesca De Nicolais e Pino Carbone saranno Giuditta e Barbablù, protagonisti di “Barbablù”, una produzione Ong Teatri & Eternit, in collaborazione con Benevento-città spettacolo.
“La sua barba non è poi così blu” è quello che va ripetendosi Giuditta, per convincersi ad accettare e sposare Barbablù. Tutto ha inizio proprio da questa considerazione, a dispetto di ciò che pensano tutti gli altri, che considerano Barbablù un mostro, che fa paura per il suo aspetto, per la sua strana barba e per il mistero che lo avvolge. Due solitudini, quelle di Barbablù e Giuditta, che si confortano a vicenda, che si proteggono dagli sguardi e dai commenti, dai pregiudizi degli altri. Due percorsi diversi che però si “sposano”: Barbablù che si chiude in se stesso e prova ancora una volta a trascinarsi una compagna nella gabbia; Giuditta che perde l’innocenza perché costretta a diventare adulta. Barbablù soffre come un moderno minotauro, un fenomeno da baraccone che accumula rancore e diffidenza, soffre per una solitudine e un pregiudizio che lo feriscono e lo incattiviscono. Un mostro creato dal giudizio degli altri: “I mostri siamo noi a crearli con la nostra paura verso ciò che da noi è diverso”. Una fiaba che commuove, soprattutto perché è una grande storia d’amore, l’amore che può diventare tragedia se non viene accettato e capito dagli altri. Obbligatoria la prenotazione.