SANTA MARIA CPAUA VETERE –  E’ previsto per mercoledì 30 Gennaio, a partire dalle 21, il secondo appuntamento per la rassegna teatrale “Monologrammi: riflessioni & appetiti sul binario dell’arte” con la direzione artistica di Fausto Bellone. E si tinge di rosa.

Questa volta, infatti, ad animare le sale del Club 33 Giri, in via Tari 7, saranno esclusivamente donne, donne combattute, donne intraprendenti, insicure, sorridenti, tristi, arrabbiate, serene. Donne con tutte le loro possibili sfaccettature e alla ricerca di qualcosa. Lo spettacolo che andrà in scena, “Identità Donna – Monologhi di donne alla ricerca della propria identità”, diretto da Donatella Bergantino e scritto da Francesca Gammella, vedrà calcare il palco Katia Argenziano, Donatella Bergantino, Francesca Gammella, Dalila Rebuzzi, Francesca Senneca, Teresa Stellato. La produzione è del laboratorio teatrale Onlab.

“Identità donna” nasce, come ogni spettacolo che tratta temi di violenza sulle donne, dalla volontà di raccontare in modo aspro e “nero” una realtà che ancora oggi è capace di riportare gli esseri umani all’età della pietra, dove gli istinti e la perversione prendono il sopravvento per torturare, violare e umiliare chi è più debole.Donne, madri, figlie tutte vittime di un destino che si tesse sui loro corpi come un abito indelebile e mal cucito.Vittime di quelle violenze che la legge cerca di debellare con le soluzioni più severe, ma che ancora non intimoriscono quei carnefici così familiari.Donne senza volto, dai mille nomi e dalle mille vite, accomunate da un segreto “troppo grande da fermarsi in gola e farle soffocare” si ritrovano su un palcoscenico per raccontare il momento esatto in cui perdono sé stesse e la propria dignità. La loro voce prende così forma nel teatro per gridare al mondo che non esiste donna senza identità.

L’Associazione Culturale Club 33 Giri rappresenta un punto d’incontro unico nel suo genere. I soci non sono dei semplici spettatori degli eventi proposti ma bensì i primi a proporre idee e progetti da realizzare. E’ una fonte inesauribile di occasioni per vivere, respirare e produrre arte a 360 gradi in un territorio come quello casertano che non è morto anzi vuole lottare e costruire speranza attraverso il veicolo più importante del nostro paese, la cultura.

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