Grande successo di pubblico per Kappacento, personale di Nicola Piscopo che celebra la centesima opera del ciclo Krampfanfälle inaugurata lo scorso 4 novembre, e prolungata ora fino a domenica 15 dicembre. La mostra, curata da Enzo Battarra, è ospitata all’interno del Dama (Daphne Museum Art) di Capua, in via dell’Asilo Infantile, 1.

Krampfanfälle, ovvero spasmi, movimenti contorti con una freddezza cromatica che spiazza, è un ciclo pittorico violento, intenso, con opere che non hanno titoli né nomi, ma numeri. Rappresentazioni di stati d’animo complessi, che si evolvono di opera in opere, fino all’apice finale, in un graduale processo di liberazione. Lo spettatore accederà a Kappacento attraverso un suggestivo percorso espositivo: l’opera principale non sarà semplicemente mostrata, ma si mostrerà.

 

Negli ultimi due anni Nicola Piscopo ha presentato il ciclo Krampfanfälle curando numerose iniziative. Nel febbraio 2013 la mostra è stata ospitata a Tbilisi, Georgia. È stato ospitato nella Galleria “Il Melograno” di Livorno. Grazie alle collaborazioni con la Galleria Monteoliveto l’artista ha proposto il ciclo pittorico in Italia e in Europa, presentando le opere in Francia, Belgio e Spagna.

“Abbiamo deciso di prolungare la durata della mostra di Nicola Piscopo vista l’elevata affluenza di pubblico e i numerosi complimenti ricevuti per i lavori esposti. – Ha commentato Evan De Vilde, artista archeorealista e curatore dello spazio DAMA. – Le opere di Krampfanfälle sono dirette, immediate, cariche di emozioni contrastanti e in grado di suscitare immediata empatia. Non hanno bisogno di titoli, né di spiegazioni, colpiscono lo spettatore come un pugno nello stomaco, ed è questa la ragione del loro successo”.

“Questa mostra di Nicola Piscopo è forse la fine di un incubo, ma è soprattutto l’inizio di un sogno. – ha commentato il curatore Enzo Battarra. – Ecco perché Kappacento diventa la stazione di interscambio di un giovane artista che ha completato le sue cento opere del ciclo Krampfanfälle e ha ora esorcizzato le paure e i fantasmi, il panico, i deliri legati alle inquietudini di questi tempi. Il passaggio successivo sarà quello di trasformare gli stati di allucinazione collettiva in rivoluzionarie conquiste della propria coscienza”.

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