Il secondo appuntamento di “Visiva”, la rassegna di mostre sulle arti visive e applicate, organizzate dall’Esagono di Gianni Bo, si concluderà il 3 aprile prossimo. «Visiva» in questo suo secondo appuntamento ha aperto le porte dello showroom di viale della Libertà ad Aversa ai lavori dell’architetto Davide Vargas.“Narrare architetture. I luoghi di Davide Vargas”, questo il titolo della mostra curata dall’arch. Giuseppe Albanese. Aversano, classe 1956, Davide Vargas è certamente una delle menti più innovative tra i professionisti della nostra città. Intellettuale, architetto-letterato, come lo ha definito Alessandro Mendini, oltre a svolgere l’attività professionale con riconosciuto successo,vanta una ricca produzione letteraria come scrittore.
Per Vargas transitare dalla scrittura all’architettura, dall’immaginario al costruito, dalla parola scritta alla materiaè un esercizio necessario ad affinare la sua poetica, per nutrire continuamente la sua creatività e sperimentare nuovi linguaggi.Il medium che utilizza per passareda un luogo – la scrittura -ad un altro–l’architettura -è, appunto, la poesia.
L’inaugurazione della mostra di Davide Vargas è avvenuta il 20 marzo. A presentare l’architetto aversano, nelle vesti di padrone di casa, c’era Gianni Bo che, dopo aver ringraziato i presenti, ha sottolineato come la rassegna, dopo l’esordio dedicato alle opere di Bartolo D’Angelo, punti ad altri appuntamenti di qualità, annunciando che il terzo evento sarà dedicato alla memoria dell’indimenticato architetto Ugo Santoli. Ad introdurre i lavori è stato il presidente dell’Ordine provinciale degli Architetti, Enrico De Cristofaro, che ha avuto naturalmente parole di elogio per Davide Vargas, amico di vecchia data e compagno di studi universitari. “Vargas – ha detto De Cristofaro – è un architetto concreto. Le sue realizzazioni sono frutto di ricerche e di studi continui. Ringrazio Davide per quello che ha fatto e per quello che fa per la città di Aversa. Un architetto che è anche molto impegnato per il sociale e questo non può che fargli onore”. Ha preso, poi, la parola l’arch. Beniamino Servino che ha parlato della pluridecennale attività di un architetto “molto attento”. “Davide riesce a raccontare con le sue architetture se stesso ed il rapporto quasi identitario di queste con il suo territorio. Lui nell’architettura ricerca la gergalità e la gergalità nell’architettura è il segreto per la sua riconoscibilità. Quando Davide riesce ad essere vero perché si libera della paura di mostrarsi allora è quella la sua vera poesia”. A parlare invece del DavideVargas scrittore ci ha pensato il prof. Giampaolo Graziano. “La capacità di Vargas – ha sottolineato Graziano – è quella di passare da un linguaggio all’altro e di mettere questi linguaggi a profitto, rendendoli funzionali ad un medesimo discorso. La sua scrittura è attenta in maniera quasi maniacale alla parola, che crede nella scelta del lessico come elemento fondamentale del discorso ancora prima che il discorso metta insieme contenuti. E la sua stessa scelta di puntare ai racconti, per ricondurre le sue ragioni di scrittore a quelle di progettista, mi fa pensare all’amore per il dettaglio, per il singolo manufatto, per una singola esperienza di bellezza”. A concludere la serata è stato lo stesso Vargas che ha, prima, ringraziato l’Esagono, mettendo in evidenza “il coraggio” di Bo, in un periodo di crisi come quello che l’economia sta attraversando, “di investire ed aprire ad eventi ed attività che solo teoricamente non portano a nulla” e, poi, parlato diffusamente della sua esperienza di architetto ad Aversa e nell’Agro aversano, sottolineando il suo tentativo “di dire qualcosa di più attraverso l’architettura, cercando non solo di dire ma anche di comprendere le ragioni di queste scelte”.