ALIFE – “Questo libro nasce da un’arrabbiatura e da una provocazione”, ha esordito così Stefano De Caro, ieri, ad Alife inaugurando la settimana della cultura promossa dal comune e dell’associazione Unisco e presentando il volume edito da “Arte,m”. Una densità narrativa e descrittiva di quasi trecento pagine dal titolo” La terra nera degli antichi campani-guida archeologica della provincia di Caserta”.

Terra nera, grassa , fertile, soffice e facile da lavorare di Terra di Lavoro, sin dall’antichità, come ha specificato l’ex direttore generale del ministero del settore archeologico ed ora direttore dell’agenzia internazionale. Terra fertile e feconda che dal suo seno ha fatto emergere tesori e ricchezze raccolte , censite, studiate e fatte conoscere .De Caro così ha spiegato la genesi del nuovo libro, richiamando un volume edito da Laterza ( si trattava di una guida archeologica della Campania) in cui vi era poco spazio alla provincia di Caserta. ”Chiesi di aggiornare il volume anche per adeguare lo spazio per la provincia casertano in ragione dei risultati raggiunti nel frattempo ma vi fu il rifiuto della casa editrice” ha detto De Caro rilevando che fino a pochi decenni fa l’attenzione limitata al profilo di tracce e testimonianza borboniche anche come itinerari con disattenzione verso una dimensione più complessiva della storia di questi territori”. L’ex direttore ha evidenziato gli sforzi(“è stata un’operazione poderosa”) messi in campo per realizzare strutture e soluzioni allestitiv e( musei o parchi archeologici) operative per far conoscere questo anello fondamentale del patrimonio culturale spesso utilizzando fondi europei ma al contempo ha evidenziato i problemi di gestione e di messa a sistema della rete come i lavori non conclusi di una commissione a suo tempo istituita tra stato e regioni.

”Il problema aperto rimane ancora quello relativo a come fare sviluppo sui beni culturali in una logica multidimensionale”.Sono dieci i capitoli di questa nuova fatica editoriale di De Caro: cenni sulla geografia del territorio provinciale, la Campania settentrionale in età preistorica, il territorio della Campania settentrionale tra età del ferro ed età romana, l’età romana a Capua e nella Campania settentrionale, il territorio dells terra di lavoro ad est del Volturno, il territorio della terra di lavoro ad ovest del Volturno : Cales ed i centri dei monti Trebulani(Tremula, Cubulteria Caiatia), il basso Volturno(Volturnum), l’ager Falernus, Sinuessa), il territorio del Massico-Roccamonfina, Il territorio del Medio Volturno e del Matese campano, Monumenti “emigrati” o perduti.

Michele Martuscelli

 

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