CASERTA – Il 2012 segna il ritorno di Peppe Rienzo, con un nuovo album, “Vita nova”, e un tour che partirà da Terra di Lavoro e lo porterà in giro per l’Italia. La presentazione del secondo disco del cantautore di San Nicola La Strada avverrà venerdì 23 marzo, alle 21.30, al teatro “Don Bosco”, in via Roma, con un concerto che si preannuncia di grande effetto spettacolare. Artista tra i più singolari del panorama casertano, la sua musica sa abitare le periferie della tradizione popolare e contaminarsi di nuove forme di espressione.

Il risultato è un miscuglio di influssi culturali, nei quali si distinguono armonie blues e jazz, ritmi africani e linee melodiche dal sapore mediterraneo. Con “Vita nova”, opera meditata, partorita in otto anni di performance live, Rienzo è riuscito a dilatareulteriormente i suoi orizzonti. Oggi, a 43 anni e 26 di palco, è un autore e un musicista consapevole, maturo, capace di sublimare in poesia i toni rabbiosi e viscerali degli esordi, senza svilirne l’autenticità. «Considero – dice Rienzo – ‘E ‘n’ata manera”, uscito nel 2004, il disco dell’esplorazione, “Vita nova” l’album del viaggio, dove ogni canzone è l’istantanea di un luogo, di un momento, di una persona, di un sentimento». Il cd si apre con il brano che dà il nome al progetto: «Una bussola – spiega Rienzo – per chi è smarrito, per chi è in cerca di una casa, di affetti veri». Il secondo, “Un’altra terra nel cuore”, è un piccolo gioiello scritto per l’Unicef: una denuncia vibrante contro il disagio dei bambini della Palestina. “Llevt alloche” è, invece, un vecchio e solido pezzo funk, che sa di pub fumosi e di birra rossa. In “Vita nova” non poteva, poi, mancare una dedica alla sua compagna di sempre: «”Chitarra mia” – rivela Rienzo – è un atto d’amore, ma dal retrogusto amaro, verso uno strumento che non potrà mai ricambiare, perché è solo un oggetto». Un altro brano “velatamente” autobiografico è “Non c’è”, ispirato a una persona che di giorno lavora negli istituti di pena e di notte fa il blues man nei locali. Le influenze rock di Fabio D’Andrea, verso la fine del disco, fanno da contrappunto a “Viversi”, preludio quasi metal della morbida “Lasciati andare”, scritta alla fine di uno dei tanti concerti a Ischia. Chiude l’opera “Che sarrà”, cover, con testo in napoletano composto da Davide Nespolino, della celeberrima di “Oh che sarà” di Chico Buarque De Hollanda, portata al successo da Ivano Fossati e da Fiorella Mannoia. «Devo la mia “Vita nova” – conclude il cantautore – alla caparbietà, al sostegno del Gruppo Santucci e ai tanti amici che hanno collaborato alla realizzazione del disco. Forse, tra musicisti non ci si dà una mano, ma tra “musicanti” sì». Parola di Rienzo!

 

 

Profilo musicale

Peppe Rienzo è uno degli artisti più singolari del panorama musicale casertano. La sua arte è un compromesso (l’unico che nella vita è riuscito ad accettare) tra la tradizione popolare e una continua ricerca di nuove forme di espressione. Il risultato è un miscuglio di influssi culturali, nei quali si distinguono armonie blues e jazz, ritmi africani e linee melodiche dal sapore mediterraneo. Molti dei testi del cantautore di San Nicola La Strada sono scritti in lingua napoletana ed esprimono con toni a volte rabbiosi, a volte ironici, a volte poetici l’esigenza di riscattare con la musica il disagio di una realtà provinciale di frontiera, che è anche specchio dell’incomunicabilità e di tutte le contraddizioni, sociali e politiche, del mondo in cui viviamo. Ma nelle canzoni di Rienzo, talvolta evidente… spesso velato, alberga sempre l’amore, insostituibile strumento per osservare quel mare che è così vicino da bagnarci i piedi e così lontano da sembrare irraggiungibile. Superati i quarant’anni di vita e i 25 di palco, oggi è un autore e un musicista consapevole, maturo, capace di sublimare in poesia l’energia dirompente degli esordi, senza svilirne l’autenticità.

 

Biografia artistica

Peppe Rienzo nasce il 18 marzo 1969 a Sursee, in Svizzera. Ereditato dai nonni un profondo amore per la musica e per il canto, a soli 10 anni partecipa a un concorso per nuovi talenti, facendosi notare per la simpatia e per le notevoli doti vocali. A 12 anni comincia a studiare il pianoforte, uno strumento troppo “stanziale” per un nomade come lui, che vuole suonare ovunque e in ogni momento. Passa alla chitarra, sua compagna di palco da oltre 25 anni. Nel 1986 forma un gruppo rock, gli “SS20”, 4 anni pèi tardi i “Maumpami and Joseph”, formazione con la quale Rienzo comincia a esplorare il mondo del funk. Nel 1992 la prima svolta: con Davide Nespolino (piano e tastiere) e Luchy Di Blasio (batteria e percussioni) dà vita ai “Cantolibero”, punto di arrivo e di partenza di tanti musicisti, come Pino Rega, Mimmo Leone, Cristina Zitiello e Alessandro Scialla. Con i “Cantolibero” Rienzo allarga le sue frontiere musicali, avvicinandosi al jazz, al blues e ai ritmi africani. Dopo anni di gavetta, fatta di locali, nottate insonni e sfacchinate con gli strumenti in spalla, nel 2004, pubblica “‘E ‘n’ata manera”, il suo primo lavoro discografico, che vende migliaia di copie in pochi giorni. Il 31 agosto del 2008 Rienzo raccoglie l’invito lanciato dall’associazione “Euterpe” e dal portale “Casertamusica” di partecipare a una compilation in favore dei bambini della Palestina. Dopo un attento lavoro di ricerca, “partorisce” un capolavoro dal titolo “Un’altra terra nel cuore”. La canzone, scritta su misura per l’evento, è proposta al pubblico in piazza Duomo, a Casertavecchia, nell’ambito del concerto “Cosa diamo al mondo, artisti casertani per l’Unicef”, inserito nella manifestazione del “Settembre al borgo” di quell’anno. Il brano lo si ritrova tra le tracce di “Vita nova”, secondo album di Rienzo, che sarà presentato al Teatro “Don Bosco” di Caserta, il 23 marzo 2012. Opera meditata in otto anni di performance live, con “Vita Nova” Rienzo è riuscito a dilatare ulteriormente i suoi orizzonti. Se “‘E ‘n’ata manera” era il disco dell’esplorazione, “Vita nova” è l’album del viaggio, dove ogni canzone è l’istantanea di un luogo, di un momento, di una persona, di un sentimento.

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