Durante la mia carriera da pittrice autodidatta, mi è capitato spesso di lavorare su tematiche esistenziali, nelle quali il corpo, soprattutto quello femminile, è spesso protagonista. Ho sempre visto nella tela una sorta di metafora della pelle, che ho iniziato a colorare e raccontare, partendo prima di tutto dalle ferite, per poi seguire le tracce lasciate dalla vita e dalle sue esperienze.
Questa personale di pittura, vuole essere un estratto delle opere ( che “affettuosamente” chiamo bimbe), alle quali sono più legata. Tele che mi accompagnano dal passato e che sono affiancate a quelle del presente, attraverso un filo conduttore costituito dalla “libera interpretazione della vita”.
Attraverso la tela, volti e corpi diventano espressioni una vita intera; anni vissuti e subiti, la cui visione, aiuta l’osservatore alla comprensione di un mondo che sta intorno. Un mondo positivo o negativo che si accompagna al correre di un tempo, che sembra non conoscere sosta. Ogni essere umano nasconde dentro di sé una storia, ogni uomo rappresenta una situazione diversa nell’insieme della realtà. Tutti sono la realtà; sono situazioni tristi ed allegre, che si alternano a momenti di lavoro e di svago, di gioia e di dolore, che viaggiano tra passato e presente. In ogni opera esposta, viene rappresentato un personaggio al quale sono particolarmente legata per motivi differenti. A questi personaggi realmente esistiti, si affiancano anche quelli “inventati “, inventati per materializzare un’emozione . Storie ed emozioni si fondono, raccontando così la trasformazione dei tempi e l’evoluzione della realtà quotidiana, che ha dato modo a questi personaggi di approcciarsi alla vita in modo differente, ma sempre affrontata con dignità.
Tecniche pittoriche diverse, applicate su superfici diverse, portano alla luce “vite comuni” di epoche diverse, che mostrano con chiarezza che è possibile rendere il quotidiano,straordinario.
Scoprirete cosa nobilita l’uomo e cosa lo ha nobilitato, cosa lo ha reso felice e cosa lo ha reso angosciato.
Oltre ogni parola che possa essere da me aggiunta, lascio sempre l’osservatore libero di abbandonarsi a quelle che sono le proprie sensazioni, perché nessuna parola, nessuna “spiegazione” fornita dall’artista, potrà mai sostituire il rapporto “occhio-sensazione”, che si crea tra la tela e l’osservatore, in quanto ogni artista nel momento in cui termina una tela, ne firma la libertà per poterla interpretare.
Concetta Isacco