SANT’ANGELO D’ALIFE – “Palio de li Normanni” è una delle poche rievocazioni storiche attualmente esistenti nella Regione Campania. L’evento racconta i fasti del castello di Rupecanina dall’epoca normanna a quella angioina e più in particolare rievoca la famosa battaglia degli abitanti della Rupecanina, accorsi in difesa del proprio castello per respingere le orde papali del Cardinal Pelagio nell’Anno Domini 1229.
La manifestazione racconta delle eroiche gesta dei cavalieri normanni della famiglia Drengot provenienti dalla regione Quarrel della Normandia, che per primi costruirono la Rocca in vetta al colle Canino. Questi antichi cavalieri normanni, che arrivarono per primi nelle regioni meridionali dell’Italia,diedero vita ad una lunga e sanguinosa guerra fratricida contro i compatrioti Altavilla stanziatisi in Sicilia. Ed è proprio da questi scontri che nasceranno gli Stati Uniti del Meridione d’Italia chiamato più comunemente come Regno delle Due Sicilie.
L’Istituzione di questa nuova identità politica porterà alla nascita di numerosi castelli in tutte le regioni meridionali e molti di questi si trovano sparsi sui crinali del massiccio montuoso del Matese. Tali monumenti oggi costituiscono il corredo storico architettonico del territorio campano ed alcuni di essi sono oggetto di interesse e studi da parte di studiosi e delle Università.
Il Palio De Li Normanni, nasce grazie all’idea del logografo Tony Napoletano ed alla partecipazione della Pro Loco Archangelus, in occasione della ricorrenza dei novecento anni dalla fondazione della Contea diRupecanina 1106 – 2006 e si prefigge di mettere in evidenza la storia del Castello di Sant’Angelo d’Alife e l’importanza della famiglia Drengot che proprio qui si rifugiò durante gli ultimi scontri con gli Altavilla, ma più in generale racconta dei trecento anni di vita che la Rocca visse dal 1106 al 1306.
La storia di questa famiglia è legata particolarmente al territorio di Sant’Angelo Raviscanina, ed al suo castello, avamposto militare e torre di vedetta su tutta la media valle del fiume Volturno.
Qui Riccardo Drengot stabilì la sua residenza e le sue guarnigioni e proprio per questo gli valse l’appellativo di Riccardo di Rupecanina come si riscontra in moltissimi manoscritti medievali.
Tra le tante altre particolarità storiche, si racconta che questo feudo, ha visto i natali di Pietro Angelerio nel 1215, futuro Papa Celestino V che Dante Alighieri nomina come “colui che per viltade fece il gran rifiuto”.
Qui la popolazione di Sant’Angelo e Raviscanina, insorse nel 1229 contro le truppe papaline del cardinale Pelagio, accorrendo in difesa dell’Imperatore Federico II, il quale, grazie proprio alla fedeltà di questo popolo e per la strategica posizione che la Rocca occupava sulla vallata del Volturno, impose la sua ristrutturazione nel 1245 con il famoso mandato “Pro Reparazione” facendo ricostruite le mura abbattute nelle precedenti battaglie.
La pianta originaria del castello e le sue mura rimasero pressappoco tali fino all’invenzione della polvere da sparo. Il riadattare le sue mura per fronteggiare il nemico munito di bombarde richiederà un investimento indanaro troppo dispendioso, cosa per la quale i feudatari che si susseguirono, non ebbero alcun interesse a sostenere, lasciandolo ad un inevitabile abbandono.
Il disfacimento dei catastrofici eventi sia bellici che naturali del tempo, contribuirono all’abbandono, tali furono i terremoti del 1117, 1125, 1231, 1349. Altri ancora si susseguirono nel tempo come i terremoti del 1456, 1688, 1732 e 1857, segnando il definitivo crollo di molte case del borgo riducendo l’abitato ad un enorme ammasso ed una pietosa rovina.
Nulla poterono, neanche i baroni della famiglia Marzano che detennero il feudo più di tutte le altre famiglie baronali ed a nulla poterono i baroni Genovese che desolati stabilirono la nuova sede amministrativa nella Terra, cioè nella piazza di Sant’Angelo. Il palazzo baronale è attualmente residenza della famigliaWindishgraetz, il cui proprietario S. A. Mariano Ugo Windishgraetz, che è l’attuale Principe del Sacro Romano Impero.
Verso la fine del ‘300 arrivarono in questo feudo, notevoli artisti sia italiani che catalani che realizzarono alcune opere, attualmente ancora visibili, come gli affreschi nella piccola chiesa trecentesca di Sant Mariadella Valle, dove è custodita la raffigurazione dello zampognaro più antico d’Italia, ed un raro esempio di albero di Jesse, tra i cinque in affresco esistenti in tutta Italia, di cui questo è il più antico.
Le giornate del Palio sono strutturate in tre giorni, ognuno riguardante un secolo di vita del castello, il 1100, il 1200, ed il 1300.Quest’anno la prima giornata è completamente dedicata ai giochi miliziani con gare di tiro con l’arco e con la balestra, nella fossa dei balestrieri e gare popolari che vedranno la famosa Terzana dello Straulo, un antico mezzo medievale trainato da buoi per locomozione e trasporto contadino, poi seguirà la Giostra del Bajardo, un altro antico mezzo di fortuna per il trasporto dei materiali che solitamente venivatrasportato da due uomini. Successivamente seguirà il gioco del Gallo Basilisco, simile al gioco dell’Oca e il gioco della rottura delle Noci, tipico gioco del medioevo.
La giornata sarà allietata dagli sbandieratori di Fontana Fredda di Roccamonfina, dai gruppi storici della città di Lauro con le musiche della Compagnia del Demiurgo e dai musici Aulos, mentre le danze medievali della Compagnia Eterea Danze Storiche ci daranno un piacevole assaggio delle caratteristiche movenze medievali dei balletti di corte.
Il secondo giorno Sarà dedicato alla rievocazione storica del 1229, quando una rivolta popolare scacciò fuori dal castello il Cardinale Pelagio. L’evento della nomina della a Contea di Rupecanina e della Investitura di Riccardo Drengot saranno inscenate quest’anno dalla Compagnia d’Arme Rosa e Spada e la Compagnia d’Arme del Giglio che si esibiranno anche nella Vestizione del Cavaliere accompagnato dal fido milite Amelino.
Daranno vita alla grande festa le bandiere degli Sbandieratori del Grifone di Avellino, mentre allieteranno la serata i saltimbanco e giocolieri del Buffone di Corte e dei Fili De Le Putecon allegre e simpatiche scene di vita quotidiana di grande comicità.
Il terzo giorno continua la grande festa tra Sbandieratori del Grifone e l’esibizione dei Falconieri Del Re, che mostreranno le varie tecniche di caccia, seguendo il De Arte Venandi dell’Imperatore Federico II, mostrando finanche la caccia con i levrieri.
Subito dopo il grande spettacolo del Giullar Cortese Gianluca Foresi che allieterà la serata con abile maestriadi rimatore, unica ed eccezionale del suo genere, che raccomandiamo di non perdere affatto. Tra i tavoli del convivio si esibiranno invece Zeno Sputafuoco, saltimbanco e la nobile arte della musica del gruppo Emians.