”Andare oltre, arrivare alla finzione: cercavo la possibilita’ di staccarmi dal realismo, contaminare con l’immaginazione, passeggiando con due giovani in quella direzione”. Cosi’ Leonardo Di Costanzo, il valente documentarista di A scuola e Prove di stato,

che esordisce alla finzione con L’intervallo, a Venezia nella sezione Orizzonti e da domani nelle nostre sale con 21 copie targate Luce Cinecitta’. Protagonisti Veronica (Francesca Riso) e Salvatore (Alessio Gallo), due adolescenti, lei carcerata, lui carceriere, intrappolati in uno stabile fatiscente dalla camorra, perche’ Veronica, scopriremo, ha un amichetto che non deve avere per logiche di clan. Scritto da Di Costanzo con Mariangela Barbanente e Maurizio Braucci, prodotto da Tempesta, un film indipendente affidato alla bravura dei due giovani protagonisti, scovati con un laboratorio di coaching a Napoli, che sulla storia loro personaggi concordano: ”A volte si sentono queste cose, e’ una realta’ che accade tutti i giorni”. E, aggiunge il regista, ”sono fatti di cronaca: proprio davanti al luogo dove giravamo, un ragazzo e’ stato picchiato da una banda per un fidanzamento sbagliato”. Per 3 mesi regista e interpreti hanno lavorato senza toccare la sceneggiatura, ”come si fa a teatro”, e il risultato, sottolinea Di Costanzo, ”non e’ un film su una banda criminale, ma sulla camorra quale mentalita’ camorristica, sistema di valori condiviso in quei quartieri”. Ovviamente, dice Gallo, ”non tutto e’ camorra a Napoli: dipende da che vuoi fare nella vita, che strada prendi”, mentre Napoli e’ stata raccontata dal regista ischitano senza paura dei cliche’: ”Difficile evitarli, altrimenti ti prendono alle spalle: il cinema e’ un continuo dialogo con i cliche”’. Gia’ co-sceneggiatore di Gomorra, e’ Braucci a chiarire l’inevitabile parallelo tra il film di Garrone e questo: ”Questo sguardo sulla realta’ lo sento piu’ mio, con Leonardo c’e’ affinita’ intellettuale: e’ diverso, non c’e’ solo denuncia, ma volonta’ di indagare le ragioni della camorra. Piu’ riflessione che spettacolo. E non e’ solo camorra, quello che inquadriamo e’ un mondo patriarcale, di cui la camorra e’ solo una delle espressioni”.

 

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