NAPOLI – ”Sono felice per Matteo, per me, per il cinema e per l’Italia”. Cosi’, in stretto dialetto napoletano, Aniello Arena, protagonista di ‘Reality’ di Matteo Garrone che ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes, ha parlato al telefono con i cronisti durante l’incontro con il regista.
”Sono in permesso, a casa – ha aggiunto Arena, che sconta l’ergastolo nel carcere di Volterra – e ringrazio molto chi mi ha dato i permessi per lavorare in questi dieci anni”. Detenuto dal 2001 per omicidio e per questo assente sul red carpet, Arena stasera ha potuto cosi’ festeggiare in famiglia il successo del film di Garrone, unico italiano in concorso sulla Croisette. Ha gia’ scontato vent’anni per la strage di Barra, avvenuta nel quartiere di Napoli nel 1991. Si e’ avvalso durante le riprese dell’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario per poter recitare rientrando la sera in carcere. Matteo Garrone lo ha visto recitare nella nella Compagnia della Fortezza del regista Armando Punzo, nata all’interno di quel carcere modello. Garrone lo voleva anche per ‘Gomorra’, ma il magistrato non lo ha permesso, visto il tema del film. In un’intervista rilasciata pochi giorni fa a Isoradio Aniello aveva confessato: ”Mi piacerebbe portare qualcosa a casa in Italia: il miglior film o la palma per la migliore interpretazione, quel che sia. Dobbiamo solo sperare”. ”Sono arrivato nel carcere di Volterra nel ’99 – ha raccontato -. Ho sentito parlare di un teatro, per me erano le solite commedie napoletane. Sono andato per curiosita’, mi aspettavo le solite commedie di Edoardo, poi ho visto che era tutta un’altra cosa”. Ha debuttato con un ‘Amleto’ e da allora ha preso parte a tutte le tournee, l’ultima per ‘Hamlice’. Arena ha una pagina Facebook, con 77 amici. Tra le informazioni si legge: ha lavorato presso la compagnia Fortezza. Film preferito: ‘Le ali della liberta”, la pellicola di Frank Darabont con Tim Robbins che racconta la parabola di un uomo processato per l’omicidio della moglie e del suo amante, condannato a un doppio ergastolo.
