E’ possibile che ogni anno devo gridare per portarla in scena? La nostra tradizione va in malora, mentre dobbiamo vedere in giro certe porcherie. A Napoli non si puo’ piu’ lavorare, la cultura e’ in mano ai politici, che non hanno la cultura per occuparsene con nobilta’ d’intenti”. ”In passato – aggiunge Barra – mi sono sempre accollato io tutte le spese e l’unica volta che ho cercato un piccolo sostegno economico mi e’ stato negato. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, mi ha chiaramente detto che non ci sono fondi; cosa ancora piu’ grave, l’amministrazione comunale in toto mi ha completamente ignorato ed invitato a farmi da parte, a mettermi in fila”. Evidenzia ancora Barra: ”Ma i 750 mila euro per ‘L’opera da tre soldi’ con Ranieri sono stati trovati e anche la Regione ha contribuito, mi pare, con 200 mila euro. Io chiedevo molto, ma molto meno. Nulla da aggiungere. I politici – conclude – non mi hanno mai aiutato ed e’ chiaro che non lo faranno mai”.
Successivamente l’artista napoletano Peppe Barra ha precisato il suo pensiero: ”sono rammaricato – ha detto – nei confronti della Regione e non verso il sindaco di Napoli, de Magistris. Lui non ha colpe se non ci sono i soldi”. Cosi’ l’artista partenopeo ribadisce il suo disappunto verso il mondo politico e rimarca il suo dispiacere nel non poter portare in scena ‘La cantata dei pastori’: ”Ho chiesto un aiuto per rimettere in scena ‘La cantata dei pastori’, ma non c’e’ stato nulla da fare. Alla Regione mi hanno liquidato senza troppi complimenti, senza rispetto. In 45 anni di teatro – aggiunge – non devo ringraziare nessun politico ma solo me e mia madre. Nessun politico, infatti, mi ha mai aiutato. Io, a Napoli, e’ come se non esistessi. Sono indignato – conclude Barra – per come sono stato trattato dalla Regione. Ci sono assessori che dovrebbero imparare l’educazione e avere piu’ rispetto verso chi si rivolge a loro e verso un artista, come me, che ha portato il nome di Napoli in giro per il mondo”.