Sabato sera, il Grande Archivio di Staro, situato in un ex monastero benedettino, fondato a partire dal nono secolo, ha ospitato tra lo stupore dei dipendenti una festa di matrimonio. Dalle ore 18 fino a notte inoltrata, il secondo piano monumentale è affittato a una coppia di sposi: all’evento ci sono circa 300 invitati. Una decina i vigilanti dell’Archivio preposti al controllo della serata: l’impianto antincendio scatta più volte per il fumo da discoteca in una sala e il personale si preoccupa per carte preziose e affreschi. C’è chi minaccia di chiamare i vigili del fuoco. Gli spazi sono spesso affollati, nel corso della serata dipendenti e custodi segnalano agli organizzatori «il pericolo di eventuali danni a un patrimonio di immenso valore». In queste ore sono stati allertati i sindacati con una nota dettagliata da inviare al ministero della Cultura. E denunciare che quel monumento non è “adatto a ospitare manifestazioni del genere”. E dalla Direzione generale archivi del ministero arriva una nota con richiesta di chiarimenti.

Da regolamento, nell’Archivio non si può fumare, per proteggere opere d’arte e documenti. E i dieci vigilanti presenti al matrimonio avrebbero più volte invitato alcuni ospiti a rispettare il divieto, ricevendo questa risposta: «Siamo stati autorizzati». L’impianto antincendio è entrato più volte in funzione nella sala Filangieri prima dell’arrivo degli ospiti a causa del fumo da discoteca diffuso. Pare che uno dei vigilanti alla fine abbia disattivato il dispositivo di sicurezza in quella sala. Il taglio della torta si è svolto nel chiostro del Platano con tanto di candele flambé. Nel primo atrio, poi, musica house e balli oltre l’una di notte. Svegli i custodi che vivono nel monumento con le famiglie. «Gli spazi – racconta chi era presente – in particolare nel chiostro del Platano sono risultati insufficienti ad accogliere tutti gli invitati che si sono accalcati nei due bracci, mettendo forse a rischio il ciclo pittorico cinquecentesco presente. Anche nella sala Filangieri l’allestimento rendeva poco agevole il passaggio degli invitati e degli addetti al servizio».

Per l’Archivio di Stato la concessione di spazi è prevista e regolata da un tariffario pubblico. Per l’affitto del secondo piano monumentale, a leggere i prezzi, si calcola una cifra intorno ai 15 mila euro per il sabato, a cui vanno aggiunti le ore per allestire e disallestire. «Il numero dei vigilanti non è stato adeguato – spiegano dall’interno – Le informazioni che avevamo ricevuto sull’evento erano insufficienti e frammentarie. Non possiamo essere responsabili di eventuali danni che si potrebbero verificare. E soprattutto: l’Archivio può ospitare un matrimonio in quelle sale?».

Poi arriva una nota da Roma, firmata dal direttore generale Archivi del ministero, Antonio Tarasco. «Con riferimento alla vicenda dei festeggiamenti matrimoniali dello scorso 7 dicembre – si legge – svoltisi tra la Sala Catasti e la Sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli, riportata da alcuni organi di stampa, il direttore generale Archivi del ministero della Cultura, Antonio Tarasco, comunica di aver inviato una lettera alla direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino, con la richiesta di urgenti chiarimenti. La Direzione generale archivi, in una nota del 5 dicembre, aveva già richiesto chiarimenti in ordine alla concessione di spazi per lo svolgimento di due eventi (“Trame – il rosso corre sul filo” e “Epatologia: fegato, crocevia della prevenzione”) anche questi tenutisi presso l’Archivio di Stato di Napoli.Se emergeranno responsabilità da parte dell’Archivio di Stato di Napoli – si conclude la nota – saranno adottati i conseguenti provvedimenti».

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