Si terrà domani, 16 aprile alle 18.30, la presentazione di “Pane e Veleno”, nuovo libro inchiesta del giornalista Salvatore Minieri. L’evento editoriale avrà un cornice prestigiosissima e di grande valenza civile: il bene confiscato, “Alberto Varone”, grande area sottratta alle consorterie criminali riferibili al clan Moccia a Maiano di Sessa Aurunca. Ad accompagnare l’autore ci saranno Simmaco Perillo, presidente di “Al di là dei sogni”, cooperativa che gestisce e coordina il bene confiscato e Ottavio Lucarelli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. Il libro di Salvatore Minieri parte da domande che poco ci poniamo, quando consumiamo determinati prodotti, quando mangiamo o, più spesso, quando facciamo la fila per consumare prodotti che – nella realtà analizzata dal testo – sono di qualità molto bassa, rispetto alla pubblicizzazione e, soprattutto, ai costi. Quanti ristoranti e bar ha acquisito la mafia, grazie alla pandemia? Quanti ne gestisce oggi, sfruttando società di comodo e teste di legno insospettabili? I numeri sono impressionanti: gli organismi preposti al controllo delle associazioni criminali parlano di oltre ventiseimila nuovi locali nelle mani di consorterie mafiose e gruppi imprenditoriali vicini a cartelli delinquenziali. Grazie a questa enorme piattaforma di riciclaggio di danaro e controllo del mercato alimentare, le mafie hanno potuto espandere i propri affari, infilandosi nella Grande Distribuzione Organizzata e nella remunerativa e vasta galassia delle frodi alimentari. Un cammino di inchiesta che si muove su piani attualissimi: dalla mozzarella (spesso vecchia di giorni e “ringiovanita” grazie all’uso di derivati della calce), passando per il pesce ravvivato con il pericolosissimo fluido chimico Cafodos e per le enormi truffe consumate sul mercato delle pizzerie gourmet e dei ristoranti che – in soli tre anni – hanno aumentato i prezzi con rincari che sfiorano il 40%, senza aumentare la qualità del prodotto offerto. Dietro ogni mercato o commercializzazione di prodotti non tracciabili o, peggio, di infima qualità ma spacciati per materie di prim’ordine, si annidano le organizzazioni criminali meno visibili ma più ricche. Basti pensare alla grande truffa dell’abbattimento di oltre centomila bufale, tra le provincie di Caserta e Salerno, portate in un solo macello – quello del gruppo di Luigi Cremonini, Inalca – e poi “mediate” da uomini vicinissimi ai clan dell’Agro aversano. Ma il libro di Salvatore Minieri, “Pane e Veleno – Viaggio nei cibi che ci uccidono”, edito dalla Edizioni Italia, è anche un’inchiesta che scmaschera le truffe alimentari più dannose per la salute e il portafogli delle persone. Nel testo, infatti, vengono passati al setaccio i casi dei fast food pericolosi, delle cucine orientali sempre più diffuse e dannose e dell’aumento spaventoso di casi di celiachia e patologie oncologiche. Proprio per questo ultimo segmento, in “Pane e Veleno”, viene presentata la risultanza di studi scientifici che mette in correlazione autismo, disturbo dell’apprendimento e problemi comportamentali delle nuove generazioni con determinati alimenti, ormai diffusissimi nella dieta quotidiana dei ragazzini. Più capitoli smascherano le realtà agghiaccianti che cozzano su ragioni pubblicitarie di comodo di colossi come Montana, Coca Cola, Heineken e persino McDonald’s.
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