L’acquacoltura costituisce oggi un settore economico molto importante della produzione alimentare: nel 2003 ha contribuito per circa il 31% (41,9 milioni di tonnellate) su un totale di circa 132,2 milioni di tonnellate di pesce pescato. Da qui l’iniziativa della Camera di Commercio di Caserta di promuovere la produzione di prodotti di acquacoltura. Per la valorizzazione di questo comporto l’ente camerale di Terra di lavoro ha promosso un apposito progetto basato su una capillare campagna di comunicazione e sulla sinergia con gli operatori del settore (ristoratori, pescherie, grande distribuzione). Tra i prodotti da acquacoltura più diffusi, troviamo: il salmone, la carpa, la tilapia, il pesce latte, il pangasio, l’orata, il branzino o spigola, la trota iridea, i peneidi o mazzancolle (Peneus spp.). Per motivi ambientali e di sostenibilità, la FAO indica l’acquacoltura come una fondamentale opportunità per fornire risorse alimentari alla popolazione mondiale, soprattutto per una maggiore diversificazione della dieta, non solo a beneficio dei paesi più poveri, ma anche per sostenere i consumi dei paesi occidentali, in considerazione della costante riduzione degli stock ittici naturali. Altri aspetti interessanti del prodotto proveniente da acquacoltura sono la rintracciabilità e la sua sicurezza alimentare, soprattutto per quanto riguarda il rischio di bioaccumulo di alcuni contaminanti ambientali quali i metalli pesanti, i PCB e le diossine, che tendono a concentrarsi attraverso la catena alimentare acquatica, particolarmente nelle specie ittiche bentoniche e pelagiche di grandi dimensioni quali ad esempio i tonni, i pesci spada, la rana pescatrice, alcuni squali e razze.

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