Parla di “strane coincidenze” e di “un susseguirsi di eventi” in seguito all’apertura di indagini interne legate a “irregolarità nell’assegnazione di appalti e subappalti di manutenzione per un valore complessivo di 3 milioni di euro l’anno”. Luigi Carrino, sollevato ieri dai vertici del Cira, chiede che “le autorità competenti facciano chiarezza quanto prima”. “La comunicazione di revoca dell’Agenzia Spaziale Italiana – spiega – fa riferimento a una serie di irregolarità nella gestione del Cira, dando a intendere che siano imputabili a me. Mi spiace: l’Agenzia spaziale italiana non è ben informata”. “Fino a luglio scorso – precisa Carrino – i rapporti con l’Asi e con il presidente Roberto Battiston sono stati ottimi”. Prima è arrivata la richiesta di dimissioni per un presunto conflitto di interessi perché Carrino è anche presidente del Dac, il Distretto aerospaziale campano. “Un fatto che non esiste – sottolinea Carrino – perché quando sono stato nominato al vertice del Cira ero già presidente e il collegio sindacale si espresse evidenziando che non esisteva alcun conflitto di interesse”. A quella richiesta di dimissioni, declinata da Carrino, sono seguiti “eventi singolari” per i quali il Cda non è riuscito ad affrontare la questione delle indagini interne. Fino a ieri quando è arrivata la comunicazione della revoca “per giusta causa”. Nel mirino dell’organo di vigilanza interna, voluto da Carrino e presieduto da Giovandomenico Lepore, “segnalazioni di ditte campane di interferenze nella gestione dei contratti di appalto e subappalto di manutenzione degli impianti andati alla Guerrato, il cui titolare è stato arrestato per tangenti in Veneto, da parte dei responsabili tecnici del Cira, dei contratti stessi”. Cose, queste, tutte segnalate alle autorità competenti, “alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e all’Anac”. “+ una coincidenza oppure no – si domanda Carrino – che finora ogni volta che abbiamo fatto un Cda per affrontare il tema si è verificato qualcosa che ci ha impedito di discuterne?”. “Si è avuta una successione di eventi – prosegue – che non hanno consentito al Cda di portare avanti alcuna azione sulla base dell’indagine interna dell’organismo di controllo interno”. “Non faccio alcuna battaglia per rimanere al Cira – conclude – ma affinché sia stabilita la verità dei fatti”.