É stato raggiunto al ministero dello Sviluppo Economico l’accordo per il rientro in servizio di una parte dei dipendenti della Firema, oggi denominata Tfa, azienda che produce carrozze ferroviarie con stabilimenti a Caserta, Milano, Spello (Perugia) e Tito (Potenza). In particolare saranno 60 gli addetti a tornare a lavoro, su un totale di 140 dipendenti che nel luglio del 2015 fuoriuscirono dall’azienda in seguito al cambio di proprietà, con la multinazionale indiana Titagarh che acquistò la Firema, salvandola dal fallimento, dalle mani del commissario straordinario di nomina governativa Ernesto Stajano. L’accordo siglato oggi prevede che dei 60 lavoratori da riassumere 45 rientreranno nei primi sei mesi del 2017, i restanti 15 nel secondo semestre. Sono oltre trenta invece i lavoratori che andranno in pensione mentre per gli altri 40 è previsto il ricorso alla cassa integrazione e a percorsi di formazione per essere reinseriti in altre aziende. “La soluzione che si è trovata – afferma Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uilm – è molto equilibrata perché prevede il rientro della totalità dei lavoratori diretti, anche previa riqualificazione. Inoltre si utilizzerà lo strumento della cassa integrazione in deroga per gli altri lavoratori con risorse regionali e nazionali. Ancora una volta – prosegue Sgambati – il sindacato si assume la responsabilità di garantire una prospettiva di sviluppo all’attività manifatturiera del ferroviario con importanti ricadute in Campania e nell’intero Mezzogiorno, visto che i 60 lavoratori saranno riassunti negli stabilimenti di Caserta e Tito. Un altro punto importante è stata l’accettazione da parte della nuova compagine societaria di assumere i lavoratori senza l’utilizzo del Jobs Act” conclude il sindacalista.