Firema, azienda casertana che produce carrozze ferroviarie (con stabilimenti anche a Milano, Spello-Perugia e Tito-Potenza), ha consegnato questa mattina a MetroCampania Nord Est, società della Regione Campania, il primo dei sette treni commissionati che serviranno la linea della metropolitana regionale.

Un successo per un’azienda che dall’agosto 2010 è in amministrazione controllata, a causa dell’insolvenza per debiti del gruppo industriale Fiore, ed è gestita da un commissario straordinario nominato dal Governo (Ernesto Stajano) alla ricerca disperata di un imprenditore che rilevi l’azienda. Il 17 marzo prossimo scade infatti il commissariamento e a meno di proroghe, al momento non previste, e senza un acquirente, i libri contabili dovrebbe finire in tribunale per il fallimento. In questi anni l’azienda è riuscita a sopravvivere solo grazie alle numerose commesse, tra cui quella della Regione; oltre a Metrocampania, la Firema deve infatti realizzare 9 treni per l’altra azienda regionale Sepsa. Altro lavoro fondamentale è relativo ai 18 treni commissionati da Trenitalia Nord facenti parte della commessa di 56 convogli di cui è capofila l’Ansaldo Breda. “Lavori che permetterebbero all’azienda di arrivare fino al 2015 – spiega Stajano – ma senza un acquirente he dià stabilità finanziaria, tutto diventa difficile”. Stamani era presente allo stabilimento anche l’assessore regionale ai Trasporti Vetrella che ha annunciato di aver reperito fondi per 40 milioni di euro per portare da due a tre il numero di carrozze che compongono i treni commissionati dalla Firema. “La scadenza del 17 marzo pesa come un macigno – spiega Antonello Accurso, segretario della Uilm Caserta – sarebbe un fallimento dello Stato se la Firema dovesse chiudere pur avendo numerose e importanti commesse”. Attualmente a Caserta vi lavorano 360 dipendenti, di cui 100 in cassa integrazione. Intanto il 31 gennaio 2014 al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere si terrà l’udienza preliminare che vede imputati, per il reato di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro (articolo 437 codice penale), 11 persone tra ex direttori e amministratori della Firema; secondo l’indagine della Procura di Santa Maria le omissioni degli imputati avrebbero causato numerosi decessi e malattie (calcinomi polmonari, mesoteliomi pleurici, asbestosi o patologie asbesto correlate di naturale tumorale e non) tra i lavoratori ricollegabili all’esposizione continuata all’amianto. Diciannove i dipendenti Firema deceduti, mentre sono 82 gli ammalati.

 

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