CASERTA – Lavoratori Firema in corteo al centro di Caserta per chiedere un piano occupazionale e una politica industriale in grado di rilanciare lo stabilimento che un tempo era sinonimo di eccellenza industriale in Terra di Lavoro. I lavoratori, che per oggi hanno indetto una giornata di sciopero, si stanno dirigendo verso il palazzo della Prefettura dove terranno un presidio per sollecitare politica e istituzioni, le quali da troppo tempo sono in silenzio su una vertenza così delicata.

I dipendenti protestano per la mancanza di risposte su eventuali acquirenti dell’azienda, che pur avendo numerose commesse di lavoro, è in perenne crisi di liquidità proprio per l’assenza di un forte gruppo industriale, nonostante più volte sia stato annunciato l’interesse di multinazionali; alcuni mesi fa era la società tedesca Bavaria, oggi si parla della brasiliana T-Trans.

“Non so chi mette in giro queste voci – dice Antonello Accurso, segretario della Uilm di Caserta – le leggiamo sulla stampa ma di comunicazioni ufficiali dal ministero dello Sviluppo economico o dal commissario Ernesto Stajano non ne abbiamo ricevute”. Per Massimiliano Guglielmi, leader casertano della Fiom-Cgil, “il Governo è responsabile della grave situazione; eppure potrebbe approfittarne per rilanciare il settore del trasporto ferroviario in gravissima crisi utilizzando proprio la Firema, che ha tradizione e conoscenze tecniche uniche in Italia nella costruzione di carrozze e vagoni”. “Siamo stanchi delle passerelle politiche – afferma Nicodemo Lanzetta, segretario Fim-Cisl Caserta – i lavoratori vogliono risposte. Per questo oggi siamo qui”. Il prefetto di Caserta Carmela Pagano si è impegnata ad informare il Ministero affinchè incontri le parti e dia risposte. Intanto giovedì si terra presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’udienza preliminare del processo circa la presunta inosservanza delle norme di prevenzione antinfortunistica e da esposizione di amianto. Diciannove, secondo l’accusa, le persone decedute, mentre sono 82 gli ammalati. L’inchiesta è nata con sopralluoghi di ispettori del Dipartimento di prevenzione dell’Asl locale.

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