CASERTA – “L’avevamo detto da tempo! Più volte abbiamo denunciato le difficoltà nelle quali si trovano, loro malgrado, ad operare quotidianamente i dipendenti della Soprintendenza di Caserta”. Così in una nota la segreteria provinciale della Cgil Funzione Pubblica unitamente alla Cgil aziendale Reggia di Caserta interviene sulla querelle in corso relativamente al monumento vanvitelliano.
La segreteria provinciale guidata da Umberto Pugliese sottolinea: “Il Convegno Beni Culturali e Turismo: dalla Reggia di Caserta al Territorio svoltosi nel gennaio scorso, per noi rappresentava la denuncia a tutti gli organi di stampa, oltreché alle Istituzioni che vi parteciparono, di tutta la disastrosa gestione David e del conseguente degrado che essa procurava a questo monumento. Siamo stati spesso additati a disfattisti, perché non abbiamo mai assunto un comportamento complice rispetto all’imboscamento di numerose unità di personale dell’area vigilanza presso gli Uffici Amministrativi, o perché invece di dare corso ad incontri carbonari con il funzionariato, abbiamo rivendicato la necessità di contrattazioni ufficiali, nelle quali assumere responsabilmente e legittimamente, posizioni costruttive e concrete.
Noi lavoratori siamo spesso destinatari di richieste improbabili, rispetto all’assunzione di obblighi che non trovano alcun riscontro né nei nostri mansionari, né nel buon senso e nella logica comune.
Sono principalmente i lavoratori dell’area della vigilanza, front-office di questo malridotto museo vanvitelliano, che sopportano non solo le comprensibili e condivisibili lamentele dei visitatori, ma soprattutto carichi di lavoro moltiplicati, per la mancanza di personale, oltreché per la necessità dell’orgoglio dirigenziale di tener aperto tutto il museo, per non subire ulteriori critiche”.
Quindi, il sindacato aziendale aggiunge: “Siamo sfiniti dal ricorso a gerarchie superiori, quali il Direttore Regionale o Generale del Ministero, che compulsati ad intervenire sul caso Caserta, non degnano questa sigla sindacale, prima per rappresentanza di lavoratori del settore, neppure di un riscontro cartaceo. E quindi non possiamo che rammaricarci del fatto che solo la stampa e solo quando lo decide qualche occulto potere, si riescono a portare all’onore della cronaca i misfatti di cui ci facciamo latori da qualche anno.
Siamo certi che in questa fase di crisi di credibilità delle rappresentanze, il ruolo del sindacato debba essere non soltanto efficacemente di prima linea nella denuncia, ma pure propositivo e foriero di soluzioni, necessariamente condivise con tutti quegli attori, istituzionali e della società civile, che spesso si limitano a valutazioni sommarie”.
Il sindacato, quindi, conclude: “Nella speranza che non si spengano i riflettori sul complesso di problematiche, ormai endemiche, di questo sito museale, ci rendiamo responsabilmente disponibili a tutti i confronti necessari a trasformare questa questo fortino in una “casa di cristallo”, come doverosamente dovrebbe essere ogni Pubblica Amministrazione certa di un operato coerente con la legalità e la trasparenza dei processi decisionali”.