CASERTA – La CISL di Caserta denuncia con forza lo stato in cui versa il trasporto provinciale e inter-provinciale dopo la decisione immotivata e interessata di CLP di uscire dal Consorzio Unico Campania.

La decisione della CLP costituisce un aggravio dei costi per i cittadini della provincia di Caserta che non potranno più utilizzare l’uso combinato di bus, treni e metropolitana; che pagheranno un biglietto dal costo maggiorato, che dal 1°gennaio 2013 passa da 90 centesimi a euro 1,20 e che non avrà più la validità oraria ma solo per singola corsa. Inoltre i cittadini provenienti da altri Comuni saranno costretti a cambiare bus al capolinea del Piazzale della Stazione acquistando un altro biglietto per proseguire gli itinerari locali. Si azzera così una conquista sociale importante per i cittadini quale il biglietto unico, peraltro in una situazione di crisi così grave e acuta che già pesa duramente sulle spalle dei ceti meno abbienti e che più di altri utilizzano il servizio pubblico. Ciò significa ulteriori sacrifici per i lavoratori, per i pensionati, per gli studenti, per i pendolari sui quali la CLP scarica i costi della riduzione delle risorse destinate dalla Regione Campania al sistema del trasporto pubblico locale invece di ricercare proprio la strada dell’integrazione per razionalizzare i costi. Tutto ciò tra l’altro rischia di avere l’effetto di spingere ancora di più i cittadini all’utilizzo del trasporto privato, specie studenti e pendolari, con grave danno per l’ambiente e per la vivibilità delle città. Il silenzio della Regione su questa decisione è assordante: l’Ente di S.Lucia ha prima consegnato alla gestione di un azienda privata l’intero svolgimento del servizio della ex ACMS senza consentire alle istituzioni locali il diritto a controllare e intervenire; poi ha concesso un’ulteriore proroga di sei mesi alla stessa Azienda; infine non l’ha neanche obbligata, in quanto subentrante alla gestione delle linee ACMS a mantenere la medesima condizione di adesione al Consorzio Unico. Infine il fatto che la Regione consenta alla CLP di attivare un sistema di tariffa che non tiene conto del bacino territoriale di utenza, ma solo della distanza chilometrica, dimostra che le esigenze dei cittadini non sono evidentemente ritenute prioritarie. La CISL da tempo, in seguito ad un proprio studio ha evidenziato che i cittadini casertani, rispetto ad altre aree del Paese, pagano il 30% in più per “ricomperarsi” i servizi occorrenti per i quali già pagano tasse; in questo ambito la voce maggiore spetta proprio al servizio del trasporto, a partire da quello verso le aree industriali che manca del tutto. Pertanto per la CISL questa in oggetto è da considerarsi materia particolarmente sensibile e pur condividendo la denuncia e le iniziative che la Provincia di Caserta e il suo Presidente hanno attivato nei confronti della Regione, sostiene che ciò non basta. Questa vicenda dimostra una volta di più che il rapporto tra pubblico e privato va profondamente rivisto, quando in ballo ci sono gli interessi dei cittadini e delle comunità che devono rappresentare una priorità assoluta. Se da un lato è inaccettabile che la politica si impossessi della gestione dei servizi, è altrettanto inconcepibile che essa non eserciti poteri di controllo e di indirizzo, lasciando ai privati poteri assoluti di decisione. La CISL sostiene in primo luogo che la Regione debba immediatamente affidare alle Province le deleghe in materia di trasporto pubblico. Alla Provincia la CISL chiede con forza di aprire un confronto affinché all’Agenzia provinciale già costituita, l’ACAM, venga affidata in house la gestione dell’intera rete di trasporti provinciale costituita da 16,376 milioni di tratte chilometriche con un costo di oltre 32 milioni di euro a carico della collettività, ai quali si aggiungono 1,2 milioni del Comune Capoluogo e 1,3 milioni di pertinenza regionale; infine che nell’ambito del triennio di questa gestione venga indetta la gara internazionale per l’affidamento del servizio. Solo in questo modo, attraverso una programmazione di medio-lungo periodo, e non più attraverso estemporanei affidamenti, è possibile costruire un sistema razionale ed efficiente di trasporti nell’interesse delle comunità locali e dei cittadini.

 

 

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