É stata presentata, lunedì 5 dicembre, un’interrogazione parlamentare a risposta scritta presentata dal deputato Arturo Scotto (Articolo Uno) e co-firmata da Marco Sarracino, entrambi iscritti al gruppo Pd – Italia Democratica e Progressista, indirizzata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero delle imprese e del Made in Italy: “Premesso che: la vertenza che riguarda 22 lavoratori ex Jabil a Marcianise (Caserta) che dovevano essere impiegati a tempo pieno ed indeterminato dalla società sarda Orefice generators ha assunto sviluppi preoccupanti; a quanto risulta, dal 25 maggio 2020, data di assunzione dei lavoratori da parte del gruppo Orefice, che produce gruppi elettrogeni, i dipendenti non hanno, in sostanza, mai lavorato; tutti i lavoratori interessati, infatti, sono stati unilateralmente posti prima in ferie e poi in cassa integrazione; tra promesse non mantenute, impegni presi in sedi istituzionali alla presenza delle massime autorità del Governo nazionale e regionale, e dopo aver incassato ingenti somme (80.000 euro a lavoratore) elargite dalla Jabil per incentivare l’uscita e la ricollocazione degli ex dipendenti, la società Orefice ha disposto il trasferimento di tutti i 23 lavoratori da Marcianise in Sardegna, con decorrenza dal 4 ottobre 2021, comunicando la chiusura del sito campano, in realtà mai effettivamente funzionante; la società ha abbandonato il capannone affittato a metà 2020 nell’area industriale di Pascarola, nel comune di Caivano a pochi chilometri da Marcianise, dove si era impegnato ad iniziare una produzione; questi lavoratori, che avevano con senso di responsabilità intrapreso la strada di affidarsi a un’azienda che aveva promesso loro investimenti e lavoro sul territorio, si sono ritrovati, da un giorno all’altro, trasferiti in un’altra regione e, non avendo accettato il trasferimento, licenziati per non essersi presentati al sito produttivo sardo alla data prestabilita; i lavoratori hanno fatto causa all’azienda Orefice, e il tribunale di Napoli Nord ha deciso prima l’annullamento dei trasferimenti e poi con sentenza emessa l’11 novembre 2022, la n. 5126/2022, ha dato pieno accoglimento all’istanza dei lavoratori, decretando che il licenziamento fosse illegittimo e meritevoli di reintegra; il tribunale ha, inoltre, evidenziato come l’operazione nei confronti dei lavoratori sia contornata da aspetti poco chiari; a oggi questi lavoratori, che sostengono famiglie monoreddito, stanno vivendo sulla loro pelle la precarietà e gli effetti del carovita e dovranno affrontare il prossimo Natale in Naspi; quanto accaduto non è accettabile perché sono stati lesi i diritti e la dignità dei lavoratori che ora rischiano di essere abbandonati in attesa di un progetto concreto di ricollocazione, quando le premesse e le promesse fatte in sede istituzionale erano diverse –: quali iniziative – per quanto di propria competenza – i Ministri interrogati stiano ponendo in atto per garantire la salvaguardia occupazionale dei lavoratori nella vertenza aziendale e se non ritengano necessario attuare tutte le iniziative volte a ricollocare i lavoratori in un progetto serio e definito, come era stato già loro prospettato nel momento del passaggio da Jabil a Orefice”.

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