“Non bisogna sottovalutare il tema del debito pubblico, il nostro punto debole. E’ suonata la sveglia” perché “più debito significa più spesa per interessi e risorse sottratte al sostengo delle famiglie delle imprese. E’ un’equazione non sempre chiara” alla politica e alle istituzioni. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alla Giornata Mondiale del Risparmio. Sulla manovra ha affermato: “Non è stato facile, nel confronto all’interno dell’esecutivo scremare le diverse istanze tutte legittime” ma abbiamo deciso di “privilegiare il sostegno ai ceti meno abbienti”. “Il Governo – ha aggiunto – ha dovuto fare scelte dolorose anche rimediando a gravi errori compiuti in passato che hanno prodotto un carico notevolissimo sulla finanza pubblica”. “Vi garantisco – ha proseguito – che non è stato facile il confronto all’interno dell’esecutivo per scremare le diverse istanze, tutte legittime, che erano stato rappresentate”. E in particolare “si è ritenuto di privilegiare in questa fase gli obiettivi di sostegno al reddito dei ceti meno abbienti, più esposti all’impatto fortissimo di un livello di inflazione che nei decenni scorsi era assolutamente sconosciuto e che ha ridotto la capacità di spesa di tante famiglie. Inflazione che – ha aggiunto – ha prodotto l’ulteriore conseguenza negativa di intaccare parzialmente il patrimonio assai consistente del risparmio accumulato dalle famiglie italiane”. Il ministro ha quindi ribadito che, “sia pure in uno scenario contrassegnato da tanti elementi di precarietà ed incertezza”, il governo ha “inteso rassicurare gli italiani per rafforzare il patto di fiducia tra cittadini ed istituzioni e che è alla base della legittimazione dello stesso sistema democratico”. Giorgetti ha quindi evidenziato che la proposta italiana di ripensare le regole del Patto Ue e “riconoscere uno spazio adeguato ad alcune tipologie di spese per investimenti, con particolare riferimento a quelli, assai consistenti, che stanno impegnando i nostri sistemi economici nelle difficili transizioni e in relazione alle maggiori esigenze di sicurezza e difesa”, “non trova ampio consenso”. Ma “noi la ribadiamo con forza e non per ragioni opportunistiche”. “Il negoziato in corso coincide con gli obblighi connessi alla definizione della manovra di bilancio per la quale il Governo ha inteso adottare un approccio ispirato alla necessaria cautela e prudenza”, ha quindi evidenziato il ministro, secondo il quale “il sistema economico italiano, nonostante tutte le difficoltà, è riuscito a reggere di fronte alla concomitanza di tanti fattori critici”. Per Giorgetti, “se riusciremo ad evitare il rischio, che non sembra del tutto improbabile, di una nuova fase recessiva globale assicurando accettabili tassi di crescita, potremo realisticamente ridurre progressivamente il peso del debito pubblico, creare nuove opportunità di occupazione. Il Governo dispone di alcune leve, oggettivamente limitate per i margini più ridotti rispetto a quelli a disposizione di altri partner”. Quanto allo stato della congiuntura il ministro ha spiegato che “il tasso di disoccupazione si va riducendo; le misure adottate dal Governo per la riduzione del cuneo fiscale sono proprie volte a privilegiare il fattore lavoro e a promuovere la nuova occupazione”. Anche se, ha avvertito, “Esiste ovviamente un problema di equità intergenerazionale aggravato dall’andamento demografico che colloca il nostro Paese tra quelli che in prospettiva registreranno il più rapido processo di invecchiamento”.