Nei primi tre mesi del 2013 le imprese che hanno chiuso i battenti sono state 31.351. E per trovare un dato simile occorre scorrere il registro dell’anagrafe delle imprese all’indietro di 9 anni, al 2004. Intanto le industrie italiane registrano a febbraio un fatturato in calo dell’1%; mentre rispetto al 2012 c’e’ stato un crollo dell’4,7%.
Nell’ultimo trimestre la flessione congiunturale e’ stata dell’1,3%. I dati incrociati di Unioncamere e Istat raccontano un paese che non riesce a invertire la rotta, bloccato nell’attesa di nuove misure che vengono invocate con intensita’ maggiore di giorno in giorno. In una situazione sempre piu’ difficile cresce l’attesa per la conversione in Parlamento del decreto legge che sblocca i pagamenti della pubblica amministrazione, che dalla prossima settimana entrera’ nel vivo con l’esame degli emendamenti presentati nella commissione speciale di Montecitorio. Un provvedimento, sottolinea il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, “non solo compensativo”. A determinare il record negativo, registrato da Unioncamere, sono stati un’ulteriore diminuzione delle iscrizioni rispetto allo stesso periodo del 2012 (118.618 contro 120.278) e un ancor piu’ sensibile balzo in avanti delle cessazioni (149.696 contro 146.368). Conseguentemente, il tasso negativo di crescita del trimestre (pari a -0,51%) risulta il peggiore dell’ultimo decennio. A pagare il prezzo piu’ caro sono stati, ancora una volta, gli artigiani: le 21.185 imprese artigiane che tra gennaio e marzo sono mancate all’appello rappresentano, infatti, oltre due terzi (il 67,6%) del saldo negativo complessivo del trimestre. Rispetto al primo trimestre del 2012, quando il bilancio del comparto (-15mila imprese) aveva eguagliato in negativo quello pessimo del 2009, il saldo dei primi tre mesi del 2013 segnala dunque un peggioramento di quasi il 40%. In termini percentuali, la riduzione della base imprenditoriale artigiana e’ stata pari all’1,47% con una forte accelerazione rispetto al gia’ negativo risultato del 2012 (-1,04%). I numeri delle imprese che chiudono, secondo i numeri di Unioncamere, sulla base di Movimprese, impongono all’attenzione di tutti ”l’urgenza di interventi concreti per la crescita e l’occupazione”, commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. ”Lo stallo politico determinatosi a seguito dei risultati elettorali pesa”, osserva il presidente, che chiede di approvare al piu’ presto provvedimenti ”a sostegno dell’economia reale”. Introdurre misure per rilanciare il paese costituisce un passo indispensabile, secondo Unioncamere, ”per ridare credito alle imprese, per favorire l’assunzione delle migliaia di giovani in cerca di un’occupazione, per semplificare la vita a imprese e cittadini che non ce la fanno piu’ a fare miracoli”. Secondo i dati dell’Istat il calo tendenziale riguarda sia il mercato interno (-1,4%) sia quello estero (-0,3%). Secondo i dati corretti per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di febbraio 2012), il fatturato totale nel settore dell’industria, diminuisce in termini tendenziali del 4,7%, con un calo del 6,7% sul mercato interno ed un aumento dello 0,3% su quello estero. Gli indici destagionalizzati del fatturato, prosegue l’Istat, segnano cali congiunturali per i beni strumentali (-2,5%), per i beni intermedi (-2,0%) e per i beni di consumo (-1,3%), mentre e’ in aumento l’energia (+7,6%). L’indice grezzo del fatturato scende, in termini tendenziali, dell’8,6%: il contributo piu’ ampio a tale diminuzione viene dalla componente interna dei beni strumentali.L’incremento tendenziale maggiore del fatturato, prosegue ancora l’Istituto di Statistica, si registra nel settore delle attivita’ estrattive (+15,7%) e della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, di misurazione e orologi (+10,5%); le diminuzioni piu’ marcate riguardano la fabbricazione di mezzi di trasporto e le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (entrambe -14,0%). Per quel che riguarda gli ordinativi totali, aggiunge l’Istat, si registra una riduzione congiunturale del 2,5%, sintesi di un calo del 2,3% degli ordinativi interni e del 2,6% di quelli esteri. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono del 3,2% rispetto al trimestre precedente.Nel confronto con il mese di febbraio 2012, l’indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del 7,9%. L’unico aumento si registra nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, di misurazione e orologi (+22,1%), mentre il calo piu’ rilevante si osserva nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-17,8%).