Le vendite al dettaglio sono crollate del 2,1% nel 2013 rispetto all’anno precedente, il peggior dato dall’inizio delle serie storiche comparabili, e cioe’ almeno dal 1990. Lo comunica l’Istat sottolineando che il dato e’ sintesi di flessioni dell’1,1% per i prodotti alimentari (dato peggiore dal 2009) e del 2,7% per i prodotti non alimentari.
Nel mese di dicembre si e’ registrato invece un calo dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 2,6% rispetto all’analogo periodo del 2012. Il dato di dicembre evidenza una flessione che colpisce sia la grande distribuzione (-2,7% rispetto a dicembre 2012) che le imprese operanti su piccole superfici (-2,4% tendenziale) e si incrocia con il calo della fiducia dei consumatori, che a febbraio e’ tornata a scendere (da 98 a 97,5 punti) dopo l’incremento segnato a gennaio. “Ormai siamo all’emergenza nazionale, la flessione record delle vendite nel 2013 certifica il terzo anno consecutivo di crollo della domanda interna” sottolinea Confesercenti che chiede al nuovo esecutivo di “intervenire con urgenza con una strategia ‘shock’ per sostenere il reddito degli italiani e le aziende che si rivolgono al mercato interno, che rischiano la chiusura”. “Nel solo commercio al dettaglio, nel 2013”, ha proseguito Confesercenti, “abbiamo registrato la cessazione di 46.061 imprese, per un saldo finale di 18.618 unita’ in meno. Trend estremamente negativo anche per i negozi alimentari, che chiudono l’anno in rosso di 2.055 aziende. In totale, a fine 2013 rimangono 95.667 imprese alimentari, meno di 1,6 ogni mille abitanti”. “Da troppo tempo ormai la ‘spending review’ degli italiani si applica anche sul cibo”, e’ invece il commento della Cia. Continuano a parlare di crisi anche i numeri del commercio estero: a gennaio, comunica l’Istat, l’import e’ sceso del 5,2% rispetto al mese precedente, mentre l’export si e’ contratto dell’1,1%. Al netto dei prodotti energetici, le esportazioni sono, pero’, in crescita (+1,0%). Su base tendenziale, poi, entrambi i flussi si confermano in diminuzione: piu’ rilevante per le importazioni (-11,9%) che per le esportazioni (-2,7%). Il deficit commerciale si attesta intanto a 894 milioni, in forte contrazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.