“Ci credo. Credo nell’Italia, quella di Mario Monti, quella che vuole cambiare”, per questo “prima investo qui per andare a fare concorrenza ai tedeschi”, poi ci sarà la completa fusione Fiat-Chrysler, “diciamo nel 2014-2015. Tutto insieme non lo posso fare”. E’ quanto afferma al Corriere della Sera, Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, che annuncia il pieno rilancio di tutti e cinque gli stabilimenti italiani e il riassorbimento completo dei 23 mila dipendenti.
“Ho guardato il mercato – spiega Marchionne -, l’ho affrontato resistendo alle critiche ma senza fare macelleria sociale. Adesso, dico che nonostante tutto le condizioni ci sono”. Sulla sua scelta di continuare a puntare sull’Italia, Marchionne precisa: “Io stesso l’ho definita una scelta ‘non per deboli di cuore’. In Europa tre costruttori chiudono fabbriche, Ford guadagna in America ma non mette soldi qui, la Francia dà a Peugeot sette miliardi pubblici. Noi faremo da soli. Ma la Fiat è un cantiere aperto, non chiude mai. Per la terza volta, con la condivisione totale di John Elkann e della famiglia, rivoltiamo l’azienda”, “oggi è grazie a Chrysler che possiamo far leva su Alfa e Maserati e andare a dare fastidio ai concorrenti dei brand premium”. Marchionne non dà le cifre dell’investimento: “L’annuncio di Fabbrica Italia è stato il mio più grande errore: il mercato é crollato e mi hanno impiccato sui dettagli. Ora lavoreremo in silenzio” ma “a gennaio vedrete la nuova Maserati Quattroporte”. “Mirafiori e Grugliasco – assicura poi l’ad Fiat – saranno la nostra arma per sfondare anche negli Usa”, mentre per quanto riguarda la Lancia, “rimane la Ypsilon. Il resto arriverà da Chrysler”. L’obiettivo per Marchionne “é fare squadra. Con i sindacati e con il governo”, la Fiom, osserva, “si è divisa da sola. E’ incapace di adattarsi a una realtà in cui la maggioranza vuole lavorare e non farsi condizionare dalla minoranza. Non mi importano gli attacchi personali. Ma ai referendum ha vinto il lavoro”. Sull’attualità politica, l’ad del Lingotto osserva: “Non so cosa vogliano fare i partiti. So che l’alternativa a Monti non é bella. Se non ci va lui, all’estero, chi ci mandiamo? Abbiamo recuperato credibilità”. La presenza di Monti sulla nuova scommessa Fiat sull’ l’Italia, conta “un bel po’. E anche la speranza che rimanga”, “quella di Monti – spiega Marchionne – é un’Italia diversa da quella che ho conosciuto in questi anni”.