L’ok definitivo ai primi decreti del jobs act (che dovrebbe cambiare poco e soprattutto confermare le norme sui licenziamenti collettivi), quelli sul nuovo contratto a tutele crescenti e sugli ammortizzatori. E poi il Ddl concorrenza con nuove liberalizzazioni, che interesseranno librai e notai.

Ancora un rinvio, invece, per il pacchetto di misure fiscali che il ministero dell’economia aveva già preparato: saltano le norme importantissime sul nuovo catasto, ma anche quelle che fissavano il calendario per arrivare alle fatture elettroniche che pongono le basi per il superamento dello scontrino fiscale come lo conosciamo oggi. Ma il carnet sul tavolo del consiglio dei ministri di oggi rimane ancora ricco. Sul fronte del Jobs Act, nel decreto attuativo sul contratto a tutele crescenti ”non ci sono modifiche sostanziali”, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier sul provvedimento che sarà oggi approvato definitivamente dal Cdm. Le stesse fonti spiegano che il decreto prevede la possibilità di demansionare il lavoratore e include nelle regole sui licenziamenti anche i licenziamenti collettivi (non tenendo conto quindi di quanto chiesto dalle Commissioni lavoro di Camera e Senato). Intanto non si fermano le critiche dei sindacati. “Sul tema del lavoro il Governo va nella direzione sbagliata”, ha detto il segretario generale, Susanna Camusso. “Il mantenimento delle norme sui licenziamenti collettivi è un grave errore del governo”, ha detto in una nota il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni.

 

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