L’investimento da 20 miliardi di euro per l’Italia e’ confermato, ma e’ impossibile fornire piu’ dettagli rispetto a quanto gia’ detto. Anzi, a scanso di equivoci, dL’investimento da 20 miliardi di euro per l’Italia e’ confermato, ma e’ impossibile fornire piu’ dettagli rispetto a quanto gia’ detto.
Anzi, a scanso di equivoci, d’ora in poi non si parlera’ piu’ di Fabbrica Italia. Si puo’ sintetizzare cosi’ la risposta della Fiat alla Consob, in un comunicato dal tono piuttosto stizzito. Il Lingotto esprime infatti disappunto per il fatto ”deplorevole” che la notizia sia stata pubblicata sulla stampa e ”si riserva ogni diritto di adottare le piu’ opportune iniziative di tutela”. La posizione della Fiat sara’ valutata nei prossimi giorni dagli uffici della Consob. Ambienti vicini alla Commissione si limitano a ribadire la natura esclusivamente tecnica della richiesta a Fiat, a fini di trasparenza e a beneficio degli investitori. Sul versante dei conti economici le cose vanno bene, tanto da consentire la conferma dei target del 2011, con un aumento ad oltre 2,1 miliardi dell’utile di gestione ordinaria previsto. Fiat e Chrysler ormai sono un gruppo unico e gli effetti dell’aggregazione sono positivi. Il terzo trimestre, il primo in cui si riflette per intero il contributo della casa di Detroit, chiude con un utile netto di 112 milioni di euro che, escludendo le componenti atipiche, sarebbe di 300 milioni di euro. L’utile della gestione ordinaria e’ di 851 milioni di euro, con Chrysler che conta per due terzi del totale, mentre i ricavi del gruppo ammontano a 17,6 miliardi. L’acquisizione delle quote in Chrysler detenute dal Dipartimento del Tesoro statunitense e dal Canada (pari a complessivi 0,5 miliardi di euro) e’ tra le cause dell’aumento dell’indebitamento che sale a 5,8 miliardi. Ottimi anche i risultati di Industrial, la societa’ di veicoli industriali e macchine per l’agricoltura e le costruzioni del gruppo Fiat. L’utile netto, pari a 204 milioni di euro, e’ quasi raddoppiato rispetto all’analogo periodo del 2010, mentre i ricavi ammontano a 5,9 miliardi di euro, in crescita dell’11,7%. Tutti i settori, Cnh, Iveco e Powertrain, registrano incrementi a due cifre del fatturato. L’utile della gestione ordinaria di Industrial e’ pari a 484 milioni di euro 154 milioni in piu’ dell’analogo periodo 2010, grazie alla forte performance di Cnh che realizza un margine sui ricavi del 9,7%. Anche in questo caso sono confermati gli obiettivi per l’anno, con una stima rivista verso l’alto dell’utile della gestione ordinaria, che passa da 1,5 a 1,6 miliardi di euro. Nella risposta a Consob, come gia’ aveva detto chiaramente Sergio Marchionne, si ribadisce che la Fiat non ha alcune intenzione di dire di piu’ sulle sue strategie e che ”non e’ in condizione di fornire informazioni circa il proprio piano finanziario ad un livello di dettaglio tale da consentire un riscontro nei termini richiesti da Consob”. Il piano prodotti, infatti, ”e’ soggetto a costante riesame e revisione” e ”la definizione dei siti produttivi presso i quali verranno realizzati i singoli modelli avviene nei mesi precedenti dell’avvio della produzione, sulla base di un insieme di valutazioni, relative anche alle caratteristiche e condizioni del singolo sito e del contesto nel quale l’investimento deve essere effettuato”. Si dice anche che il progetto Fabbrica Italia ”non e’ mai stato un piano finanziario”, ma un segno dell’impegno dell’azienda ”a risolvere le problematiche che interessano i suoi siti industriali italiani e contribuire allo sviluppo delle potenzialita’ industriali del Paese”. L’impegno resta, ma per evitare equivoci e fraintendimenti non ci sara’ piu’ ”con effetto immediato alcuni riferimento a Fabbrica Italia”.. Si puo’ sintetizzare cosi’ la risposta della Fiat alla Consob, in un comunicato dal tono piuttosto stizzito. Il Lingotto esprime infatti disappunto per il fatto ”deplorevole” che la notizia sia stata pubblicata sulla stampa e ”si riserva ogni diritto di adottare le piu’ opportune iniziative di tutela”. La posizione della Fiat sara’ valutata nei prossimi giorni dagli uffici della Consob. Ambienti vicini alla Commissione si limitano a ribadire la natura esclusivamente tecnica della richiesta a Fiat, a fini di trasparenza e a beneficio degli investitori. Sul versante dei conti economici le cose vanno bene, tanto da consentire la conferma dei target del 2011, con un aumento ad oltre 2,1 miliardi dell’utile di gestione ordinaria previsto. Fiat e Chrysler ormai sono un gruppo unico e gli effetti dell’aggregazione sono positivi. Il terzo trimestre, il primo in cui si riflette per intero il contributo della casa di Detroit, chiude con un utile netto di 112 milioni di euro che, escludendo le componenti atipiche, sarebbe di 300 milioni di euro. L’utile della gestione ordinaria e’ di 851 milioni di euro, con Chrysler che conta per due terzi del totale, mentre i ricavi del gruppo ammontano a 17,6 miliardi. L’acquisizione delle quote in Chrysler detenute dal Dipartimento del Tesoro statunitense e dal Canada (pari a complessivi 0,5 miliardi di euro) e’ tra le cause dell’aumento dell’indebitamento che sale a 5,8 miliardi. Ottimi anche i risultati di Industrial, la societa’ di veicoli industriali e macchine per l’agricoltura e le costruzioni del gruppo Fiat. L’utile netto, pari a 204 milioni di euro, e’ quasi raddoppiato rispetto all’analogo periodo del 2010, mentre i ricavi ammontano a 5,9 miliardi di euro, in crescita dell’11,7%. Tutti i settori, Cnh, Iveco e Powertrain, registrano incrementi a due cifre del fatturato. L’utile della gestione ordinaria di Industrial e’ pari a 484 milioni di euro 154 milioni in piu’ dell’analogo periodo 2010, grazie alla forte performance di Cnh che realizza un margine sui ricavi del 9,7%. Anche in questo caso sono confermati gli obiettivi per l’anno, con una stima rivista verso l’alto dell’utile della gestione ordinaria, che passa da 1,5 a 1,6 miliardi di euro. Nella risposta a Consob, come gia’ aveva detto chiaramente Sergio Marchionne, si ribadisce che la Fiat non ha alcune intenzione di dire di piu’ sulle sue strategie e che ”non e’ in condizione di fornire informazioni circa il proprio piano finanziario ad un livello di dettaglio tale da consentire un riscontro nei termini richiesti da Consob”. Il piano prodotti, infatti, ”e’ soggetto a costante riesame e revisione” e ”la definizione dei siti produttivi presso i quali verranno realizzati i singoli modelli avviene nei mesi precedenti dell’avvio della produzione, sulla base di un insieme di valutazioni, relative anche alle caratteristiche e condizioni del singolo sito e del contesto nel quale l’investimento deve essere effettuato”. Si dice anche che il progetto Fabbrica Italia ”non e’ mai stato un piano finanziario”, ma un segno dell’impegno dell’azienda ”a risolvere le problematiche che interessano i suoi siti industriali italiani e contribuire allo sviluppo delle potenzialita’ industriali del Paese”. L’impegno resta, ma per evitare equivoci e fraintendimenti non ci sara’ piu’ ”con effetto immediato alcuni riferimento a Fabbrica Italia”.