Non sarà dovuta da tutti, ma solo dai proprietari di immobili classificati come ”prima casa” nei comuni che hanno ritoccato al rialzo le aliquote base fissate dal governo. La Mini-Imu, cioè l’imposta residuale che si deve pagare dopo la cancellazione dell’Imu sulle abitazioni principali, sarà un piccolo rompicapo per i contribuenti e richiederà, al di là del valore degli importi, una certa capacità di fare dribbling tra percentuali e sottrazioni, aliquote e detrazioni. Ecco allora una mini-guida al pagamento dell’imposta che chiama i contribuenti alla cassa il 24 di gennaio, inaugurando così l’anno fiscale per un gran numero di cittadini.
PAGANO LE PRIME CASE, MA NON TUTTE: La mini-Imu va pagata sugli immobili prima-casa nei comuni che avevano richiesto nel 2013 un’aliquota più alta dello 0,4% (o 4 per mille) fissata dallo Stato. Si paga anche sulle pertinenze della prima casa mentre non la devono gli immobili di pregio perchè hanno già pagato il dovuto. Per sapere se i Comuni hanno deciso un’aliquota più alta di quella statale bisogna consultare la delibera che ogni comune è obbligato a pubblicare sul suo sito: se non c’e’ per il 2013 vale l’aliquota (e quindi la delibera) pubblicata nel 2012.
GLI ALTRI IMMOBILI (E TERRENI) CHIAMATI A PAGARLA: La mini-Imu va versata anche da tutte quelle categorie che sono state esentate per legge dall’Imu 2013 (sempre se il comune ha deciso di maggiorare l’aliquota statale): quindi anche dai coniugi che hanno l’assegnazione della casa dopo una separazioni o divorzio; dai soci assegnatari di case in cooperativa; da coloro che possiedono terreni agricoli e immobili rurali e strumentali; dalle forze dell’ordine, dai militari e dai vigili del fuoco che possiedono un solo immobile (e ai quali non e’ richiesto il requisito della residenza).
CHI NON DEVE PAGARE: Non va pagata sugli immobili diversi dalla prima casa e nemmeno dalle prime case di lusso (A1, A8 e A9), che già hanno versato l’intera Imu dovuta a dicembre. L’imposta non è dovuta se l’esenzione 2013 era dovuta alla decisione del Comune: le amministrazioni municipali potevano infatti esentare, equiparandoli alla prima casa, anche gli immobili di anziani ricoverati in ospedale, per le abitazioni date in comodato ai figli (o comunque a parenti in linea retta), ai lavoratori emigrati all’estero.
QUANDO SI PAGA: Il ministero dell’Economia ha deciso chiaramente che il versamento va effettuato entro il 24 gennaio. Ma sul tema è in corso una querelle con alcuni comuni. QUANTO SI PAGA: Va versato il 40% della differenza dell’imposta dovuta in base ad aliquote e detrazioni nazionali, rispetto alle aliquote e alle detrazioni decise dai comuni. Va quindi considerata sia l’aliquota sia la detrazione che nel 2013 era stabilita in 200 euro per immobile, aumentato di 50 euro per ciascun figlio residente.
IL DRIBBLING DEI CALCOLI: Bisogna partire dalla rendita catastale riportata nell’atto di acquisto, che va aumenta del 5%: a questo va applicato il moltiplicatore del 160% per arrivare al valore catastale. Su questo si applicano prima l’aliquota (0,4%) e la detrazione decisa dallo Stato. Quindi si effettua di nuovo il calcolo con le detrazioni e l’aliquota decisa dal Comune (a Roma ad esempio lo 0,5%, a Milano lo 0,6%). La differenza dei due importi va ridotta del 60%: in pratica va versato il 40% della differenza. Se l’immobile ha più proprietari o se il possesso è stato limitato solo ad alcuni mesi, l’importo va ridotto proporzionalmente.
COME SI PAGA: Come per l’Imu se il dovuto e’ inferiore a 12 euro si è esonerati: il percorso di calcolo sarà stato lungo ma il portafoglio non si alleggerisce. Sopra questo importo si può invece pagare con il modello F24 (con il codice tributo 3912) o con i bollettini postali. Bisognerà indicare che si tratta del saldo per l’anno 2013.
Intanto i Caf sono presi d’assalto in questi giorni per il calcolo della “mini-Imu”. I centri di assistenza sono oberati di richieste soprattutto nelle grandi città: Milano, Napoli, Bologna, Roma. I 10 milioni di proprietari dei 2.377 Comuni che hanno alzato l’aliquota, spiega il coordinatore della Consulta dei Caf, Valeriano Canepari, hanno infatti circa 10 giorni lavorativi per pagare (fino al 24 gennaio). La rata media, secondo le stime, e’ di 40-42 euro.