NAPOLI, – Dopo una ripresa di alcuni giorni, tornano a fermarsi le attività ippiche all’ippodromo di Agnano di Napoli, colpito da una gravissima crisi economica. In seguito al mancato pagamento delle spettanze, infatti, i lavoratori di Agnano sono nuovamente scesi in sciopero bloccando le corse.
In risposta, oggi, è giunto un comunicato dalla società Ippodromi Agnano spa, che gestisce l’impianto napoletano, in cui si prende atto “con profondo rammarico” dell’astensione proclamata “una decisione – si legge – pur comprensibile, presa intempestivamente nel momento delicatissimo dell’avvio del nostro piano industriale di rilancio dell’Impianto di Agnano, non pregiudichi gravemente l’enorme mole di lavoro che da mesi vede impegnati i vertici della società e che ci è parso essere stato diffusamente apprezzato”. La società che gestisce l’impianto riferisce che alcuni lavoratori vorrebbero però riprendere il loro posto: “Ferma restando la legittimità della proclamazione di sciopero, non possiamo non prendere in considerazione delle voci che si sono susseguite nel corso della giornata odierna sulla presunta volontà delle rappresentanze sindacali aziendali di organizzare una sorta di picchettaggio volto ad impedire l’accesso al lavoro di tutti quei dipendenti che non volessero aderire allo sciopero. Siamo fiduciosi che lo stesso termine “presidio” utilizzato nel comunicato della Rsu, sia inteso esclusivamente come modalità collettiva di protesta davanti agli ingressi dell’azienda. Il diritto di sciopero, infatti, è un diritto individuale ad esercizio collettivo, la sua titolarità spetta ad ogni singolo lavoratore. Durante i picchetti, la delegazione di scioperanti che rimane agli ingressi e/o alle uscite dei luoghi di lavoro, non può trattenere quanti manifestano l’intenzione di entrare nel luogo di lavoro, oppure di uscire, altrimenti si verificherebbe il così detto picchettaggio violento o blocco dei cancelli, riconducibili alla violenza privata (articolo 610 c.p.). Impedire l’uscita di una persona dal luogo di lavoro configura inoltre un reato di sequestro di persona. La mancata garanzia del servizio minimo essenziale (condizione mai verificatesi nelle contestazioni passate) cosi come storicamente concordato tra le parti nel corso delle vertenze degli ultimi anni e consistente nel controllo accessi, vede la società costretta, per ben noti ed evidenti motivi di sicurezza degli impianti, a segnalare alle forze dell’ordine la necessità di una specifica funzione di vigilanza per il controllo dell’ingresso principale”. Ippodromi Agnano, nella nota, ricorda di essere “in procinto di pervenire ad un accordo con altri operatori del settore, con la collaborazione dei quali si intende avviare al più presto una nuova fase gestionale che normalizzi la situazione in atto, assicurando il ripristino dell’ attività ippica e con essa il puntuale pagamento delle retribuzioni mensili del personale, nonché il graduale recupero degli stipendi arretrati”.